Da tre mesi senza stipendio alla Om di Lesmo

I 63 addetti della OM hanno indetto uno sciopero a oltranza e si rifiutano di completare la ultime commesse di Marco Dozio

La Om di Lesmo

La Om di Lesmo

di Marco Dozio

Lesmo (Monza), 31 luglio 2014 - Hanno deciso di scioperare, esasperati, perché non ricevono lo stipendio da tre mesi. E perché intravedono un baratro sempre più profondo. La cassa integrazione straordinaria, entrata in vigore lunedì, è motivata dalla «cessazione di attività» ma nonostante ciò la proprietà chiede ad alcuni operai di lavorare per portare a termine le ultime commesse. Il futuro dei 63 dipendenti delle storiche Officine Meccaniche di Lesmo (OM) è appeso a un filo sottilissimo, nell’attesa di un concordato preventivo che chiamerebbe in gioco tribunale e commissario, auspicando una ripartenza che ora appare molto complicata. «I lavoratori riuniti in assemblea hanno votato per lo sciopero, nei prossimi giorni metteremo in campo altre iniziative tra cui presidi e blocco dei cancelli», spiega il sindacalista della Fiom Cgil Antonio Guzzi.

E pensare che nel 2012 in azienda si celebrava, con comprensibile enfasi, il cinquantesimo anniversario di fondazione. Invece era l’inizio del declino, come ricorda Giuseppe Perego, delegato Rsu della Fiom Cgil: «Negli ultimi due anni la situazione è progressivamente peggiorata, fino ad arrivare al dramma di questi giorni. Il problema è la mancanza di liquidità. La proprietà sostiene che le banche abbiano chiuso i rubinetti del credito innescando la spirale che ha portato a non pagare i fornitori e al conseguente ritiro degli ordini da parte dei clienti». Nei reparti restano un paio di commissioni da portare a termine, due macchine da completare diventate merce di scambio nella trattativa per ottenere gli arretrati. «Il proprietario voleva che continuassimo a lavorare pur senza la garanzia di recuperare almeno due mensilità delle tre che ci spettano. Alla fine ci siamo opposti a questa logica e abbiamo indetto tre giorni di sciopero, anche se incrociare le braccia per così tanto tempo è un sacrificio a livello economico», continua Perego scuotendo la testa, sottolineando che «c’è un limite a tutto».  Resta il salvagente della cassa integrazione per un anno, unica certezza in un momento di paura e smarrimento. «Il timore è che l’azienda, in un modo o nell’altro, non si riprenda più». Un destino condiviso con i 20 colleghi della consorella Scs di Verderio: «Fanno parte del gruppo e ora sfortunatamente sono nella nostra stessa, bruttissima, condizione», aggiunge il rappresentante sindacale della OM. Due ditte brianzole, racchiuse in un fazzoletto di pochi chilometri, con un totale 83 tute blu a rischio disoccupazione. Le Officine Meccaniche di Lesmo, fondate nel 1962, producono macchinari per cavi e corde d’acciaio.

marco.dozio@ilgiorno.net