Agrate, quante incognite per il futuro della Star

Da Gallina Blanca investimenti e tagli: incontro fra l’amministratore delegato e una delegazione del Pirellone di Marco Dozio

La Star di Agrate

La Star di Agrate

di Marco Dozio

Agrate (Monza), 25 luglio 2014 - C’è la promessa di corposi investimenti sul sito di Agrate, nell’ordine di 4 milioni di euro all’anno per modernizzare i macchinari. Ci sono le rassicurazioni sulla volontà di mantenere la produzione in Brianza, pronunciate ieri da Josep Maria Vila, amministratore delegato del Gruppo iberico Gallina Blanca, impegnato in un faccia a faccia con una delegazione di consiglieri regionali in visita allo stabilimento di via Matteotti.  Eppure il cielo sopra la Star resta cupo e gonfio di incognite. Soprattutto occupazionali. Da questo punto di vista la situazione resta critica. Il 2015 potrebbe essere l’ennesimo anno di tagli al personale o ricorsi agli ammortizzatori sociali, come conferma il consigliere Pd Enrico Brambilla: «Sono intenzionati a chiedere la cassa integrazione anche per il prossimo anno, pur garantendo di voler puntare sull’ammodernamento della fabbrica agratese». Da marzo la cassa ha coinvolto 35 lavoratori sui 200 rimasti ad Agrate, dopo il recente trasferimento di 100 impiegati nella nuova sede direzionale di Milano, zona Maciachini. La Regione ha ricordato che esiste lo strumento dei contratti di solidarietà, il «lavorare meno per lavorare tutti» che potrebbe scongiurare una nuova infornata di esuberi. «Abbiamo ribadito la disponibilità a mettere in campo risorse, in cambio però vogliamo garanzie sul mantenimento dei posti di lavoro», ha spiegato Angelo Ciocca (Lega Nord) presidente della Commissione regionale Attività produttive. Con lui c’erano Mario Barboni (Pd), Carlo Malvezzi (Ncd), Donatella Martinazzoli (Ln), Stefano Buffagni (M5S) e Dario Violi (M5S).  «Il nostro è un impegno trasversale alle forze politiche e lontano dalla campagna elettorale. Vogliamo contribuire a salvare aziende come la Star, intervenire prima che sia troppo tardi». I consiglieri regionali hanno messo sul piatto due possibilità di sostegno: da un lato i contratti di solidarietà, dall’altro la legge sulla competitività approvata dal Pirellone a febbraio che include una serie di incentivi, tra cui la riduzione del carico fiscale e dei costi per l’energia. La delegazione non ha visionato un vero e proprio piano industriale, ma la dirigenza spagnola ha comunque sciorinato alcuni numeri significativi: «L’amministratore delegato ha detto di voler restare in Italia utilizzando al cento per cento prodotti italiani. Hanno un utile di 50milioni di euro e sostengono che un terzo del fatturato complessivo provenga dal mercato italiano, che per loro rimane strategico», aggiunge Barboni.  Al vertice ha partecipato anche il sindaco Ezio Colombo: «Ho ribadito che l’area in questione resterà a vocazione industriale. Certo fa impressione vederla così vuota, soprattutto dopo il trasloco della parte amministrativa. I proprietari non hanno mai detto di volersene andare, purtroppo la diminuzione delle maestranze continua a essere un dato incontrovertibile e preoccupante».