Monza, il presidente: "Ripescaggio addio? Andremo in Lega Pro sul campo"

Parla il presidente del Monza, Nicola Colombo, che fa un bilancio a un anno dal suo arrivo

Il presidente Nicola Colombo

Il presidente Nicola Colombo

Monza, 6 agosto 2016 - Alla fine, il Monza non è stato ripescato. Anzi, hanno detto i giudici che ne hanno respinto la domanda, era inammissibile ambire al salto di categoria per una squadra arrivata tanto in basso (decima posizione) nel campionato di serie D, nemmeno lontanamente vicina ai playoff. E allora, una chiacchierata con Nicola Colombo, presidente del S.S.D. Monza 1912, non poteva che partire da questo. Insomma, presidente, ne valeva la pena? "Sì. Anche se alla fine non abbiamo raggiunto il nostro scopo, mi sono reso conto che non è stata un’esperienza vana". Perché? "Ho avuto modo di apprezzare molto i nostri collaboratori e ho capito quanto siano legati a questo progetto. E soprattutto non avevo preventivato che questo sforzo venisse così apprezzato dall’ambiente. Me ne sono accorto andando semplicemente sui social". Segue i tifosi sul web? "Impossibile non farlo, i tifosi sono il termometro del nostro lavoro. E in questa sconfitta ho trovato ancora più voglia e determinazione per andare avanti. Insomma, almeno all’inizio non mi aspettavo certo di essere ripescato, ma poi ci siamo illusi - non mi parli delle dichiarazioni del presidente di Lega Pro, Gabriele Gravina! - e abbiamo maturato una voglia anche maggiore di provarci sul campo". Il Monza non avrebbe potuto neanche ambire a questo ripescaggio, il Consiglio federale è stato impietoso.  "Eppure non era così scontato. Ho fatto l’avvocato per dieci anni e le motivazioni che ci sono state opposte dai giudici non erano così chiaramente espresse fino all’altro giorno. Poteva andare davvero diversamente". Quanto vi è costato? "Consulenze legali e presentazione delle carte non sono state gratis, anche se certo non una cifra che non potessimo permetterci". Sparo: diecimila euro? "Ecco, più o meno proprio così". Era giusto ambire a una promozione dopo un campionato così deludente come quello dell’anno scorso? "Me lo sono chiesto. Ma anche nella storia recente ho visto società (la Fiorentina ad esempio) salire di due categorie per volta dopo un fallimento. Si era parlato di privilegiare le società che appartenevano a un bacino di popolazione importante pur di raggiungere il numero di squadre che si era prefisso la Figc: insomma, ci poteva stare, anche per chi era rimasto fuori dai playoff". È presidente da un anno. Bilanci? "È stato un anno difficile, in cui ho dovuto innanzitutto capire con quali persone avevo a che fare. Sono arrivato a metà luglio, il tempo mi è servito per capire chi era giusto per questo progetto e chi meno. Non è stato un anno buttato. Parlo da imprenditore (con la Cogefin, azienda di Bellusco arriva nell’ossido di zinco, ndr): quando si prende in mano un’azienda fallita, si deve mettere in conto che il primo anno non si potranno avere utili. Ora però sarà diverso" Appena arrivato, disse che non avrebbe fatto promesse. E ora? "Promesse e garanzie no, ma ora questa azienda ha un piano per fare molto bene, il nostro budget ora è di guadagnare, dal punto di vista sportivo almeno". L’imprenditoria brianzola ha sempre giudicato un azzardo investire nella squadra di calcio di Monza. "Bisogna stare attenti a non “morattizzarsi”, vale a dire a non essere troppo tifosi. La serie D è una categoria pericolosa, non c’è margine per fare profitto, per valorizzare i propri giocatori sul mercato, tanto più che a Monza ci sono costi fissi da serie B, a cominciare da stadio e centro sportivo". Obbligatorio risalire subito, dunque. Come siamo messi suol mercato? "Abbiamo già acquistato un difensore di spessore (Marco Ruffini, classe 1987) dal Piacenza neopromosso in Lega Pro. Ora ci muoveremo per prendere un centrocampista di ottimo livello e un portiere di riserva di garanzia". E se foste stati ripescati? "Avremmo solo fatto qualche innesto in più: tre o quattro sarebbero bastati". Avete riaperto la campagna abbonamenti. Obiettivi? "Per rispetto dei tifosi, che non sapevano in che categoria avremmo giocato, l’avevamo sospesa. Ora si riprende, abbiamo 5mila posti a disposizione: stiamo attuando diverse promozioni, siamo partiti offrendo le tessere al 50% a chi era già abbonato lo scorso anno, e poi altro ancora. Siamo già a 400 abbonamenti, l’anno scorso eravamo a 700: speriamo di migliorare". Si dice che il territorio da queste parti scoraggi. A Monza tifano quasi tutti per un’altra squadra, di A. "Se arrivano i risultati, un po’ di gente in più allo stadio arriverà. È il miglior modo per convincere il territorio. A cominciare dal prossimo campionato di serie D".