Corruzione Sanità, la cricca si squaglia. A giudizio in ordine sparso

Lady Dentiera non patteggia. Fabio Rizzi ci prova di STEFANIA TOTARO

L’imprenditrice  monzese di 54 anni Maria Paola Canegrati

L’imprenditrice monzese di 54 anni Maria Paola Canegrati

Monza, 10 maggio 2016 - Giudizio immediato per la ‘cricca’ della Sanità lombarda. Ma l’ex presidente della commissione Sanità lombarda Fabio Rizzi e il suo portaborse Mario Longo vogliono patteggiare. Il pm della Procura di Monza Manuela Massenz ha firmato la richiesta di mandare a processo 19 dei 21 imputati raggiunti dalle misure di custodia cautelare nell’inchiesta “Smile” sulla corruzione negli appalti concessi alla regina delle protesi dentarie, l’imprenditrice monzese di 54 anni Maria Paola Canegrati. L’indagine ha coinvolto anche l’ex consigliere regionale lombardo leghista Fabio Rizzi e il suo collaboratore Mario Longo. All’appello mancano soltanto Donato Castiglioni (altro collaboratore di Rizzi addetto ai bandi) e Sandro Pignataro, per la presunta corruzione sulla concessione dei finanziamenti da parte di Finlombarda, ritenuta dal Tribunale del Riesame di Milano di competenza della Procura di Varese per il luogo dove si sarebbero verificati i fatti contestati.

La richiesta di giudizio immediato della Procura monzese arriva ad una settimana dalla scadenza dei tre mesi dal giorno dagli arresti, scattati il 16 febbraio. Da allora delle nove persone finite in carcere sono rimaste dietro le sbarre soltanto Rizzi, Longo, la Canegrati e Stefano Lorusso, ritenuto il “riciclatore” all’estero dei soldi della “cricca” ed estradato da Miami all’Italia. Lorusso da Roma è stato poi trasferito al carcere di Monza. Delle sette persone che erano state messi agli arresti domiciliari soltanto una - Patrizia Pedrotti, ex direttore amministrativo prima dell’Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate e poi di Melegnano - ha ottenuto la revoca. Ancora ai domiciliari anche le conviventi dell’ex consigliere regionale e del suo factotum.

Il pm nel frattempo ha sentito nuovamente Lady Sorriso, che finora sembra non abbia intenzione di patteggiare la pena come Fabio Rizzi e Mario Longo. Questi ultimi, che non sono stati più interrogati dal pubblico ministero, hanno fatto sapere attraverso i rispettivi avvocati a Manuela Massenz che intendono concordare un patteggiamento. Le trattative sono in corso. La procura attende che ora, con la richiesta di giudizio immediato (riservata soltanto agli indagati che hanno avuto misure di custodia cautelare e decisa nel caso in cui la pubblica accusa ritiene di avere raggiunto sufficienti elementi per ottenere la condanna) altri imputati bussino alla porta per fare valere la fine delle esigenze cautelari nei loro confronti e per cercare di tornare in libertà, anche chiedendo riti alternativi. Il prossimo passo spetta adesso al giudice, che deve fissare la data del processo. A meno che altri imputati scelgano di chiedere il patteggiamento o il processo con il rito abbreviato per evitare il dibattimento.