Arcore, rapina una ragazza e la riaccompagna a casa

La vittima rischiava di restare in stazione con la neve di Dario Crippa

Sull’episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Monza (Radaelli)

Sull’episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Monza (Radaelli)

Arcore (Monza e Brianza), 31 gennaio 2015 - Fra gli stessi inquirenti, magari un po’ scherzando e un po’ no, c’è chi lo ha ribattezzato il «rapinatore gentiluomo»Che sia da gentiluomini aggredire una ragazza a mano armata, strapparle un telefonino e le chiavi della macchina e costringerla a salire sulla vettura in questione, è quantomeno dubbio. Ma la cosa che ha stupito gli addetti ai lavori è che - in tempi di criminalità spesso violenta e spietata - il rapinatore in questione ha sequestrato la ragazza senza alcun intento preoccupante, ma solo... per riaccompagnarla a casa, visto che ormai era buio e la vittima rischiava di rimanere sola alla stazione ferroviaria senza neppure un telefono da cui chiedere aiuto. E invece non è andata così.

Ma facciamo un passo indietro e ripartiamo dall’inizio. È la sera di mercoledì, 21.30 circa. Qualche fiocco di neve misto a gocce d’acqua scende sulla Brianza. Alla stazione ferroviaria di Arcore arriva il treno da cui scende la vittima, una ragazza di poco più di vent’anni. Torna dal lavoro e appena scesa va diretta al parcheggio dove ha lasciato la propria macchina. Vuole tornare a casa. Le si para contro però uno sconosciuto: sfodera una pistola, non si sa se vera o giocattolo, e ha un passamontagna calato sul viso.

È una rapina: la ragazza spaventata obbedisce e consegna al bandito il suo telefono cellulare. Non basta. Il malvivente afferra anche le chiavi della macchina - una Volkswagen Polo - e costringe la sua proprietaria a salirci. Il terrore è enorme. La ragazza probabilmente si chiede cosa voglia da lei il bandito e verosimilmente passa in rassegna anche le ipoptesi più spaventose. E invece no. Il rapinatore - un italiano - si fa spiegare la zona in cui abita la vittima e vi si dirige. Davvero. Non arriva ovviamente proprio sotto casa, ma non troppo lontano, si ferma davanti a un bar di Lesmo. La vittima potrà così entrare nel locale e chiedere aiuto da lì, mentre lo sconosciuto che l’ha appena rapinata potrà proseguire la sua marcia a bordo della sua automobile. Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia di Monza.

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