La Regione taglia i soldi ai reparti pediatrici. Spunta un buco milionario

Monza, in rosso la gestione per mamme e bambini di Marco Galvani

La donna ora è ricoverata all'ospedale San Gerardo di Monza

La donna ora è ricoverata all'ospedale San Gerardo di Monza

Monza, 27 novembre 2014 - La Regione taglia i rimborsi con effetto retroattivo agli ultimi due anni e la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la mamma è costretta a chiudere il bilancio con un rosso di quasi 2 milioni e mezzo di euro. Soldi che rappresentano un debito nei confronti dell’Azienda ospedaliera San Gerardo per il 2012 e il 2013. E che si vanno ad aggiungere agli altri 6 milioni che la Fondazione deve all’ospedale per pagamenti del 2014 ormai scaduti dopo aver comunque onorato, da gennaio a novembre, fatture per 23 milioni e mezzo di euro. Un deficit «da imputare interamente al mancato riconoscimento da parte di Regione Lombardia di funzioni non tariffate e maggiorazioni universitarie i cui criteri di quantificazione non sono noti al Consiglio di amministrazione della Fondazione in tempi utili per una programmazione della gestione».

In sostanza, soltanto a fine 2013 il Pirellone ha comunicato il taglio per i due anni precedenti. Troppo tardi. Nemmeno l’intervento economico del Comitato Maria Letizia Verga (uno dei soci fondatori della Fondazione insieme con il Centro di ricerca Tettamanti e lo stesso ospedale) di copertura è riuscito a rimettere in equilibrio i conti. «All’Azienda ospedaliera abbiamo pagato tutto tranne la perdita e una parte per l’anno in corso ma la Regione, tramite l’Asl, ci deve dare ancora soldi del 2013», mette i puntini Fabio Binelli, direttore generale della Fondazione.

Ma "qui non abbiamo alcuna spesa inutile né alcuno spreco. La dimostrazione è che dal 2009 al 2012 era tutto in equilibrio». Ora però «la Regione non ci riconosce più alcune funzioni - spiega Binelli -: abbiamo due pronto soccorso distinti, uno pediatrico l’altro ostetrico, ma adesso il riconoscimento è quantificato solo su uno (per circa 400mila euro, ndr), e avremmo diritto a un incremento del 16% sui rimborsi delle prestazioni effettuate nei due reparti universitari (ostetricia e pediatria) ma di fatto nel 2010 la cifra riconosciuta era di 2,6 milioni e già nel 2012 era scesa a 1,8». C'è poi la richiesta di riconoscimento dei parti e dei trapianti realmente eseguiti: attualmente c’è un tetto, se si sta sotto vengono rimborsati all’unità, se si supera non è previsto alcun pagamento. «Ma noi siamo un ospedale pubblico, non rimandiamo mai a casa nessuno - chiarisce Binelli -. Pediatria l’abbiamo portata da 36 a 40 letti, mentre per quanto riguarda i trapianti di midollo osseo nel 2012 sono stati 22, quest’anno sono 40, nonostante le minori risorse e lo stesso numero di medici e infermieri».

Per questo da circa un anno la Fondazione ha chiesto a Regione e San Gerardo di chiudere la sperimentazione della Fondazione (partita nel 2009) per stabilizzare il futuro dei tre reparti gestiti (Clinica pediatrica, Ostetricia e Neonatologia) e del personale (390 di cui 190 distaccati dal San Gerardo ma pagati dalla Fondazione). La trattativa è finalmente avviata: «Si potrebbero ad esempio prevedere minori costi di prestazioni che l’ospedale ci fornisce, ma a noi serve innanzitutto una certezza per i prossimi anni. E vorremmo anche capire che peso Regione e Azienda ospedaliera danno alla donazione di 11 milioni di euro con il nuovo Centro per la ricerca e la cura delle leucemie del bambino».

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