Venerdì 26 Aprile 2024

Il parabrezza del tir era troppo pieno di oggetti elettronici: ecco come l'autista investì il ciclista

Un camionista della Repubblica Ceca sotto accusa per la morte di un 19enne di Brugherio, travolto al semaforo perché l'uomo non era riuscito a vederlo. L'incidente il 7 novembre 2011 all'altezza della rotonda "killer" di Sant'Albino di Stefania Totaro

AUTO CONTRO CAMION_123883_143458

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Monza, 26 novembre 2014 - Aveva il parabrezza del tir troppo ingombro di dispositivi elettronici e tagliandi incollati per riuscire a vedere il ciclista fermo al semaforo davanti al suo automezzo. E quando è ripartito, l'ha travolto, uccidendolo.

Questa l'accusa di cui deve rispondere il camionista di 45 anni originario della Repubblica Ceca, R.H., che il 7 novembre del 2011 alla 'rotonda killer' del quartiere Sant'Albino ha investito un ragazzo di 19 anni, Simone D.V., che viveva con la famiglia a Brugherio. Inutili i soccorsi arrivati per salvare il giovane, che percorreva in sella alla sua bicicletta la rotatoria da via Salvadori a viale Stucchi tristemente nota per diversi incidenti stradali mortali. Ora l'autista del Tir si trova imputato di omicidio colposo in un processo al Tribunale di Monza che entrera' nel vivo il 21 gennaio. Secondo l'accusa, a causare l'incidente stradale mortale è stata la negligenza del camionista che "apponendo dispositivi quali cellulare, telepass e navigatore satellitare in centro alla base del parabrezza nonchè, in basso a destra del parabrezza stesso le cosiddette bustine portadocumenti, ostruiva la propria visuale e quindi non teneva il veicolo in condizioni tali da garantire la sicurezza stradale".

Una motivazione particolare e insolita, emersa in seguito ad una consulenza tecnica disposta all'apertura dell'inchiesta sull'incidente stradale mortale dalla Procura di Monza, che ha però rivelato una carenza nella predisposizione tecnica di questi bestioni della strada, nel frattempo sanata dalle stesse case costruttrici di tir, che nei più recenti modelli hanno aggiunto uno specchio convesso sopra il parabrezza proprio per ovviare alla difficoltà degli autisti ad avere una buona visuale davanti al posto di guida. Questi bisonti stradali sono invece da diverso tempo già stati dotati di specchietti retrovisori per la rilevazione degli angoli laterali dove spesso manca la visuale e a causa di molti incidenti ai danni di ciclisti e pedoni. Il consulente ha infatti individuato un concorso di colpa nei confronti del ciclista per essersi fermato troppo vicino al muso del tir.