Il cuore della città non batte più: l'ex ospedale ormai è uno spettro

Vimercate, centro svuotato in Brianza dopo il trasferimento del policlinico di Antonio Caccamo

I cancelli sbarrati del vecchio ospedale (Radaelli)

I cancelli sbarrati del vecchio ospedale (Radaelli)

Vimercate, 26 luglio 2014 - L'ospedale vecchio è un gigante di cemento vuoto e solitario nel cuore della città. Fino a 4 anni fa dentro i sei piani del monoblocco medico si muovevano 5.000 persone. Adesso non si vede anima viva. Sono stati portati via anche mobili, computer, attrezzature in disuso e cartelle cliniche. Sparito il portinaio, di notte passano le guardie private per accertarsi che nessuno sia entrato. L’edificio dovrà essere venduto e abbattuto: al posto delle corsie e dei laboratori saranno costruiti uffici, case e giardini. Insomma, un nuovo quartiere. Solo che il progetto è in forte ritardo. Il nuovo ospedale, ideato da Renzo Piano e costruito nel 2010 appena fuori dalla città, alle porte di Oreno, in via santi Cosma e Damiano, è davvero bello e funzionale. Ma Vimercate si rende conto solo ora di avere pagato a caro prezzo il trasloco.

Da quando il grande policlinico non c’è più, il centro di Vimercate è diventato un deserto. Sono venuti a mancare in un colpo i 1.500 dipendenti dell’azienda ospedaliera Desio Vimercate, più altre 3.500 persone tra fornitori e pazienti che passavano a prenotare e fare esami e visite, ritirare referti o i visita ai parenti ricoverati. Tutta gente che prendeva un caffè, un cappuccino o una brioche, comprava il quotidiano, ne approfittava per fare la spesa nei negozi. E che ora a Vimercate non ci viene più. Così gli affari sono crollati. "L’allontanamento dell’ospedale ha colpito il commercio locale, le vie dello shopping si sono ritrovate all’improvviso più vuote", dice Ermanno Redaelli, titolare della storica ferramenta di piazza Roma. Come se non bastasse la città deve fare i conti con un’area dismessa di 56mila metri quadri a due passi dal centro. I patti, messi nero su bianco su un accordo di programma firmato nel 2009 da Regione, Azienda ospedaliera e Comune, erano che a trasloco avvenuto l’area ospedaliera sarebbe stata venduta e demolita. Al suo posto sarebbe stato costruito un quartiere di 132.684 metri quadri che comprende anche l’ex cava Cantù e l’ex Consorzio agricolo in mano ai privati. Solo che il primo bando di gara per la vendita, base d’asta 20 milioni, nel 2010 è andato deserto.

Il problema è che con la crisi che c’è nessun imprenditore se la sente di investire tutti quei soldi perché, si sa, le case da un po’ di tempo si fa fatica a venderle. Il nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliera Desio Vimercate, Pietro Caltagirone, negli ultimi mesi ha dato una forte accelerata al piano di recupero: "Siamo in attesa di ricevere gli esiti dei lavori del gruppo tecnico creato per definire nei dettagli in piano di recupero da presentare all’amministrazione comunale". Chi ha fretta di chiudere la pratica è il Comune. "Per noi — ha detto il sindaco Paolo Brambilla — sarà importante portare servizi quanto prima per dare nuova vitalità al centro che si è ritrovato con 5.000 visitatori in meno".