Giovedì 18 Aprile 2024

«Monza decida il suo futuro fra circuito storico o gare di alto livello»

L'analisi di Franco Uncini, responsabile sicurezza del Motomondiale

 A sinistra Franco Uncini, responsabile sicurezza MotoGp della Fim e Javier Alonso responsabile della sicurezza di Dorna.

A sinistra Franco Uncini, responsabile sicurezza MotoGp della Fim e Javier Alonso responsabile della sicurezza di Dorna.

Monza, 1 febbraio 2015  –«L’Autodromo di Monza deve decidere se continuare ad avere gare di alto livello o se restare un circuito storico, facendo la fine del vecchio Nurburgring, ospitando manifestazioni d’epoca. Oggi Monza ha dei grossi limiti, ci sono da fare modifiche molto importanti: il compromesso si può trovare ma prima di tutto devono capire se potranno avere i permessi per i lavori». Franco Uncini è il responsabile della sicurezza del Motomondiale per la Federazione internazionale di motociclismo (Fim). È appena rientrato da Termas di Rìo Hondo in Argentina. Da quello che è stato definito (dai piloti) come uno dei più bei circuiti del mondo. Il più bello ma anche il più sicuro. O il meno pericoloso. Perché il rischio è riducibile fino a un margine residuo che non può essere eliminato. Probabilmente a Monza ci sarà un rischio residuo più alto che in altri posti ma la pista perfetta non esiste. O meglio, è quella più difficile possibile e con la maggior sicurezza possibile. «Oggi non basta più il parzialmente sicuro, un impianto dev’essere al top, punto e basta - chiarisce l’ex iridato Uncini -. Ed è la Dorna (l’organizzatore della MotoGp e della Superbike, ndr) per prima ad avere questo approccio». È per questo che il Mondiale delle derivate di serie non fa più tappa a Monza. Perché, parola dello stesso numero uno del circus, Carmelo Ezpeleta, «è troppo pericolosa, non possiamo costringere i piloti ad andarci solo per soldi».

Il tempio della velocità, per le moto, è stato sconsacrato. Perso il Campionato italiano velocità e persa pure la Superbike. Ma i nuovi vertici del circuito vogliono tornare in sella. Rientrando nei calendari da cui sono stati esclusi e puntando, perché no, anche alla top class. Anche se già dieci anni fa l’allora presidente della Fim, Francesco Zerbi, aveva cullato il sogno di riportare il Motomondiale a Monza. Un sogno infranto. Fu proprio Uncini a ispezionare metro per metro la pista, concludendo una relazione tecnica che ha stroncato le ambizioni iridate. «Oggi non so nel dettaglio cosa è cambiato a Monza ma rispetto a dieci anni fa le nostre esigenze sono cresciute, quello che avrei potuto accettare allora, adesso non lo prenderei nemmeno in considerazione», mette i puntini Uncini. Certo, ammette, «Monza è tra i nomi storici del motorsport e sarebbe meraviglioso che potesse raggiungere requisiti di sicurezza al top, ma dovrebbe riuscire a realizzare gli interventi necessari».

E non è detto che i lavori per le moto siano incompatibili con i paletti della Formula Uno che l’Autodromo deve rispettare. Il Mugello ne è la dimostrazione più recente con gli interventi in corso di realizzazione con la benedizione di Fim e Fia. E pure Imola, che ospita la Superbike, nel giugno scorso, dopo un’ispezione di Charlie Whiting (omologo di Uncini in Fia), ha avuto confermata fino al giugno del 2017 la licenza di primo grado (per ospitare la Formula Uno). «Sarebbe sciocco chiedere una modifica a un circuito ignorando il fatto che un domani potrebbe ospitare anche le auto oltre alle moto, o viceversa - spiega Uncini -. Ho periodici incontri con Whiting, ci incontreremo anche a fine mese in Spagna. Le due Federazioni internazionali stanno trovando ottimi compromessi per garantire questa convivenza».