Mercoledì 24 Aprile 2024

Monza, "La scuola diventerà autonoma", parola di ministro Giannini

Il ministro dell'Istruzione: "Correremo per il completamento dell’ufficio scolastico provinciale" di Gui.Ba.

Il ministro Stefania Giannini

Il ministro Stefania Giannini

Monza, 18 dicembre 2014 - Province sparite, anzi no. Provveditorato da accorpare? No, da potenziare. Confindustria che sta ragionando per accorparsi con Assolombarda, la Cisl che invece si unisce coi cugini di Lecco. Le riforme istituzionali volute dal Governo e il taglio degli enti diventano un rebus in Brianza. Dove, nell’incertezza sul futuro della Provincia nata nel 2009, dalla quale nonostante la già corposa cura dimagrante, il Governo vuole tagliare dipendenti (ma non competenze) da spedire in Regione, sembra finire in un successo la battaglia per tenere a Monza il Provveditorato agli Studi. Mai veramente separato da Milano. A ribadirlo, dopo una crociata bipartisan dei parlamentari di zona, da Forza Italia al Pd e alla Lega, è il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, giunta nella città della Villa Reale per incontrare le scuole e le autorità locali. «Correremo per il completamento dell’ufficio scolastico provinciale», assicura l’esponente del Governo Renzi. Completamento, già. Visto che nel bacino della provincia da 870mila abitanti, la designazione degli insegnanti avviene di fatto ancora da Milano. Per una questione meramente burocratica. L’ufficio, o Provveditorato, come una volta si chiamava, non possiede i «codici meccanografici». Traducendo dall’astrusa lingua dei dipendenti pubblici, significa che la sede di Monza non ha una «targa» e quindi non può svolgere azioni in proprio.

Questo dal 2009, anno di entrata in vita della nuova Provincia, separata da Milano. Considerata la precarietà nella quale vive la Provincia, con l’autonomia del territorio brianzolo, nessuno avrebbe scommesso che l’indipendenza mai arrivata in cinque anni si sarebbe concretizzata ora, in tempi di tagli. Ma il Governo va in direzione contraria. Questo anche dopo la mobilitazione della politica locale. A chiedere al ministro di fare presto, però, non sono stati i politici. Ma i presidi delle scuole cittadine. Perché, anche nell’era della telematica, dialogare con Milano è più complesso di quanto sembri.