Mense scolastiche, ora il Comune di Cassano d'Adda batte cassa

Trentamila euro di insoluto, si va verso il pignoramento. Ma a nessuno sarà negato il pasto di Monica Autunno

Una mensa scolastica

Una mensa scolastica

Cassano d'Adda, 31 ottobre 2014 - Trentamila euro d’insoluto, il Comune batte cassa a chi non paga la mensa scolastica: si va al recupero crediti, ma senza tagliare pasti ai bambini. «Loro - si precisa in Comune - non c’entrano nulla».

Problema vecchio che si ripropone con una sistematica periodicità quello dei conti che non tornano nel pareggio fra pasti erogati e pagati. In troppi non pagano, anche per anni e anni: dall’ultimo «check» ad oggi mancano all’appello circa 30mila euro. Che fare? Il contratto con la ditta che prepara e somministra il rancio parla chiaro: esauriti i contatti bonari, e in assenza d’esito, c’è la sospensione dell’erogazione del pasto al bimbo/ragazzo. «Questo noi non l’abbiamo voluto - spiega il sindaco Roberto Maviglia - per problemi che non è nemmeno necessario, credo, spiegare. I bambini non c’entrano nulla, sarebbe assurdo far pesare la situazione su di loro. Con l’azienda erogatrice abbiamo deciso una strada diversa: loro ci “passano” il carico del debito, noi continuiamo a sostenere il costo dei pasti dei bimbi, ma immediatamente, dato che abbiamo già mandato lettere, inviti e diffide, ci prepariamo ad adire le vie legali»Conseguenza? «Una di queste può essere il pignoramento di un quinto dello stipendio. E in ogni caso, vi sarà l’obbligo di legge di chiarire i motivi di un mancato pagamento di una tariffa comunale, che ad oggi non sono chiari. La maggior parte dei morosi, e in particolare quelli d’annata, sono tutti in fascia alta. Vuol dire che non risultano nella fascia Isee che ha diritto allo scaglione minore di costo pasto se non alla gratuità. Come la mettiamo? Evidentemente c’è, e resiste, un’abitudine ad approfittare. Non è più il tempo di farlo».

Sono tre le fasce di costi del pasto quotidiano dei ragazzi delle scuole: si va da 1 euro e 80 a pasto, la fascia minima, a 4,50, la massima, con un intermedio per scaglioni medi di Isee e con la possibilità della totale gratuità per chi, magari in un momento contingente, non possa sobbarcarsi l’onere della mensa scolastica. «Vuol dire - ribadisce ancora Maviglia - che chiunque, mettiamo il caso, abbia perso il lavoro, sia pro tempore privo di reddito, abbia problemi particolari, può sottoporre il suo caso e ottenere l’esenzione». Il problema si era già posto qualche anno fa, e già allora fu avviata una colossale campagna di recupero crediti. A pochi anni di distanza, il nodo ritorna: “E’ un conteggio periodico - così il sindaco - ma soprattutto, prima di assumere provvedimenti forti, si percorrono tutte le strade intermedie. Purtroppo non abbiamo avuto risultati».

monica.autunno@ilgiorno.net