Venerdì 19 Aprile 2024

Sotto processo per mafia, vuole tornare a lavorare

Marcello Paparo chiede lo stop all’obbligo di dimora. L’imprenditore di 46 anni residente a Cologno Monzese ma domiciliato a Brugherio, è stato arrestato nel marzo 2009 perché ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano il boss della ’ndrina dei Paparo di Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, accusata di avere agito anche in Brianza e nell’hinterland milanese di Stefania Totaro

Tribunale, toghe

Tribunale, toghe

Brugherio (Monza e Brianza), 22 dicembre 2014 - Chiede la revoca dell’obbligo di soggiorno in attesa del processo-bis per poter tornare a lavorare. Domani si terrà al Tribunale per le misure di prevenzione personali di Milano l’udienza per Marcello Paparo, l’imprenditore di 46 anni residente a Cologno Monzese ma domiciliato a Brugherio, arrestato nel marzo 2009 perché ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano il boss della ’ndrina dei Paparo di Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, accusata di avere agito anche in Brianza e nell’hinterland milanese allo scopo di insinuarsi nei grossi appalti di facchinaggio nei supermercati con il Consorzio Itaka di Brugherio e nei subappalti di movimento terra con la P&P di Cernusco sul Naviglio. Marcello Paparo è stato scarcerato un anno fa dalla Corte d’Appello di Milano dopo che la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio per un nuovo processo le condanne per associazione mafiosa per lui ed altri 5 presunti affiliati al clan.

I giudici, davanti ai quali dovrà tenersi nei prossimi mesi l’appello ‘bis’, hanno ordinato la liberazione sia di Marcello Paparo che di Michele Ciulla, fidanzato della figlia di Paparo, Luana, accogliendo le istanze del loro difensore, l’avvocato Amedeo Rizza. La Corte, infatti, ha ritenuto che, essendo stato annullato con rinvio il reato di associazione mafiosa, la custodia cautelare ha perso efficacia e i due, inoltre, hanno già scontato la pena inflitta per altri reati. Nei confronti di Marcello Paparo, però, resta la misura di prevenzione dell’obbligo di dimora e anche di soggiorno dove vive, a Brugherio.

Ora l’avvocato Rizza chiede che questa misura gli venga revocata, o perlomeno che all’imprenditore venga concesso di lasciare la cittadina in orari prestabiliti per poter tornare a lavorare.

Marcello Paparo e altri cinque imputati erano stati assolti in primo grado dal Tribunale di Monza dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e condannati a pene tra 6 e 2 anni di reclusione con immediata scarcerazione per il fratello dell’imprenditore, Romualdo Paparo, arresti domiciliari per Marcello Paparo (condannato a 6 anni di reclusione per detenzione illegale di armi, lesioni aggravate e violenza privata, in continuazione con un’altra condanna già avuta per armi nel 2005). I giudici monzesi avevano anche disposto l’immediato dissequestro di tutti i beni sottoposti a sigillo giudiziario all’epoca degli arresti nel 2009.

In Appello i giudici avevano invece riconosciuto l’accusa di associazione mafiosa e raddoppiato le pene, rimandando gli imputati in carcere come misura di sicurezza per “pericolo di fuga” in attesa della sentenza della Cassazione a cui hanno presentato ricorso i difensori. I giudici di terzo e ultimo grado hanno invece annullato le condanne per associazione mafiosa disponendo un altro processo d’appello, facendo però nel frattempo cadere anche la misura di sicurezza del carcere.

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