Agrate, maxi furto alla Linkra: via macchinari per un milione

Via preziose macchine per la produzione che ora è a rischio

La sede Linkra

La sede Linkra

Agrate (Monza), 25 aprile 2016 - Colpo grosso alla Linkra-Compel di Agrate nella notte. Un milione il bottino secondo le prime stime. I ladri hanno portato via costose apparecchiature per il collaudo di trasmettitori, facendo, magari senza volerlo, lo sgambetto agli operai dell’ex terzista di Alcatel. In cassa integrazione a zero ore dopo anni di crisi. Un lavoro pulito, senza sbavature quello del commando nel capannone. L’ipotesi più plausibile per gli investigatori è che si tratti di un furto su commissione. «Chi è entrato sapeva dove andare e cosa prendere», spiega Antonio Castagnoli della Fiom Cgil. La banda ha fatto irruzione nella sede della ditta prelevando una ventina di misuratori di spettro, «apparecchi indispensabili per la produzione», ancora il sindacalista. Già ridotta sensibilmente dal calo di commesse e dal ricorso agli ammortizzatori sociali, ora rischia di bloccarsi definitivamente. I carabinieri di Vimercate che indagano sul caso si sono fatti l’idea che ad agire siano stati almeno in quattro. Due pali, almeno, e un paio di «tecnici», ma non troppo. I sofisticati impianti, che probabilmente sono già al sicuro nel magazzino di qualche ricettatore, hanno le stesse dimensioni di un computer da tavolo. Non ingombranti dunque e non particolarmente difficili da staccare. Le indagini sono a 360 gradi, si passano al setaccio le immagini delle telecamere alla ricerca di un dettaglio che possa far risalire ai responsabili. Incuneata fra St e la Provinciale, la ditta non è certo meta di passeggiate notturne, di testimoni insomma non ce ne sarebbero. «Senza macchine si blocca tutto», preconizza Castagnoli, e per domani la serrata è già nell’aria. «Le conseguenze di questo furto sono un ulteriore motivo di preoccupazione», aggiunge il sindacalista. Il tutto alla vigilia della ripresa delle trattative sulla cassa e sulle prospettive che non sembrano certo rosee. Le parti si rincontrano il 28 aprile. Torneranno al tavolo dopo il corteo di metà marzo a Cornate, mesi di tensione e la rottura sulla solidarietà. C’è da fare i conti con lo spauracchio del fatturato ridotto a un terzo di quel che era – dai 120 milioni del 2007 ai 40 attuali - e il susseguirsi di cassa ordinaria e straordinaria fino al tramonto della filosofia del «lavorare meno per lavorare tutti», accantonata dall’azienda.