Limbiate, anche l’Avis contro l’arrivo dei profughi

Gli stranieri saranno ospitati a ridosso del Centro prelievi

Profughi

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Limbiate, 22 febbraio 2015 - Il centro profughi  a ridosso del Centro prelievi dell’Avis? "Una soluzione assolutamente sconveniente, decisa senza nemmeno avvisarci". C’è amarezza e anche un po’ di risentimento nelle parole del presidente provinciale Avis, Gianluca Basilari, a commento della decisione di creare il "centro di smistamento dei richiedenti protezione" proprio nell’ex sede della Provincia di Monza e Brianza, a Mombello, lo stesso edificio in cui da molti anni ha sede il Centro raccolta Avis Vittorio Formentano. "Abbiamo appresosolo dei giornali questa decisione della Provincia, eppure noi eravamo al tavolo con la Provincia non più di dieci giorni fa, proprio per discutere del rinnovo del contratto d’affitto e del futuro dell’immobile. Si parlava dell’ipotesi di realizzare un centro bibliotecario e non ci è stato detto nulla sull’ipotesi di ospitare qui il centro profughi", aggiunge Basilari.

"Trovarsi qualche giorno dopo questa decisione già presa, ci rammarica molto. Tra l’altro, dopo aver letto le notizie dai media, ho subito scritto alla Provincia per avere spiegazioni ma ad oggi non ho ancora ricevuto alcuna risposta". Insomma, non l’hanno proprio presa bene all’Avis e le motivazioni sono anche di tipo sanitario, oltre che di opportunità sulla convivenza tra le due attività. "Sempre dai giornali abbiamo appreso che questo centro verrà utilizzato anche per sottoporre gli immigrati a controlli di tipo medico e sanitario e farlo proprio dove è attiva una struttura per la raccolta di sangue e di plasma, ci lascia molte perplessità".

Il disappunto da parte dei vertici dell’Avis provinciale aumenta considerando i molti anni di collaborazione con i proprietari dell’immobile in questione, prima la Provincia di Milano e poi quella di Monza e Brianza. "Credo che si possa dire che quell’edificio l’abbiamo mantenuto in vita noi - continua Basilari - perché se non ci fosse stata la sede dell’Avis non so come sarebbe ridotto oggi. Nessuno discute dei diritti della proprietà, ma essere tenuti all’oscuro di tutto ci amareggia molto". Dei rischi di convivenza tra centro raccolta sangue e centro immigrati ha parlato anche il consigliere provinciale Andrea Monti: "Le prescrizioni richieste dall’Asl in questi casi - spiega Monti - sono naturalmente molto elevate, tanto che alcuni piccoli centri di raccolta, ultimamente sono stati costretti alla chiusura. Ad alcuni di questi centri, per esempio (il riferimento è a quello di Lazzate, ndr), una delle criticità contestate è stata la promiscuità dei locali di raccolta con l’attività associativa degli iscritti dell’Avis! E la Provincia adesso pensa di aprire in promiscuità di edificio addirittura un centro profughi? Ma stiamo scherzando?".

È lo steso Monti a ricordare, e Basilari a confermare, che ai donatori Avis che dichiarano di aver soggiornato in diversi Paesi dell’Africa, viene imposta una sospensione cautelativa delle donazioni per 6 mesi. «Norma - conclude Basilari - che rischia di essere totalmente vanificata dalla promiscuità delle due strutture».