Biglietti venduti in nero, la Procura chiude l'inchiesta bis sull'autodromo di Monza

Undici gli indagati a vario titolo per corruzione, peculato, appropriazione indebita, false fatturazioni ed evasione fiscale. A firmare la chiusura delle indagini sono stati i pm monzesi Walter Mapelli e Caterina Trentini di Stefania Totaro

Pubblico all'Autodromo di Monza

Pubblico all'Autodromo di Monza

Monza, 15 settembre 2014 - La Procura di Monza chiude l'inchiesta bis sull'autodromoUndici gli indagati a vario titolo per corruzione, peculato, appropriazione indebita, false fatturazioni ed evasione fiscale. A firmare la chiusura delle indagini sono stati i pm monzesi Walter Mapelli e Caterina Trentini, gli stessi che hanno coordinato fin dall'inizio l'inchiesta della Guardia di Finanza di Monza scattata nel maggio 2012 e che lo scorso luglio hanno ottenuto il sequestro preventivo di polizze assicurative, titoli e contanti pari a circa 3 milioni di euro: 2 milioni e mezzo di euro a carico dell'ex direttore della Sias, la società che gestisce l'autodromo di Monza, Enrico Ferrari e il resto a Claudio Viganò, storico presidente del consiglio di amministrazione di Sias fino al 2010. Nel mirino dei magistrati un giro sospetto di biglietti venduti in nero e presunte fatture per operazioni inesistenti che sarebbero alla base della maxi evasione fiscale.

Ferrari, già imputato di prestiti ad usura, corruzione per la gestione della Sias e di omissione dolosa di cautele atte ad evitare infortuni sul lavoro per le 'bolle' sull'asfalto della curva Parabolica in occasione della Superbike 2012 a vario titolo con altre 16 persone che verranno processate giovedì al Tribunale di Monza, ora si ritrova indagato in questa inchiesta, oltre che per i reati fiscali, anche di peculato per essersi intascato circa 1 milione di euro in contanti dal 2007 al 2012 e ancora di corruzione insieme al responsabile amministrativo di Sias Franco Becchere e al delegato Siae per la Brianza Americo Martino, a cui dal 2008 al 2011 avrebbero versato 80mila euro per chiudere un occhio sui controlli nelle manifestazioni sportive organizzate all'autodromo. Mentre Gabriele Aliprandi, l'ex presidente del Moto Club Biassono, l'associazione sportiva brianzola che fornisce personale e servizi per le gare sul circuito monzese come ad esempio i commissari di pista per controllare il regolare svolgimento delle corse, è indagato di false fatturazioni per 50mila euro e appropriazione indebita per 230mila euro (a vario titolo per cifre minori con tre soci del Moto club e un commissario di gara). Aliprandi ha già subìto un sequestro per 250 mila euro perché, secondo la pubblica accusa, sarebbero tutti soldi del Moto Club Biassono sottratti indebitamente dalle casse dell'associazione, gestita come una piccola impresa individuale in barba agli scopi statutari.