"Il Gran Premio non si tocca". Anche i piloti difendono Monza

Da Massa a Rosberg, tutti fanno il tifo. E l’Aci tratta con Ecclestone

I tifosi manifestano  in autodromo. Sopra il boss  della Formula Uno Bernie Ecclestone

I tifosi manifestano in autodromo. Sopra il boss della Formula Uno Bernie Ecclestone

Monza, 22 luglio 2016 - «Abbiamo inviato la nostra proposta vincolante a Bernie Ecclestone. Ora aspettiamo una risposta ma non c’è una tempistica precisa». Angelo Sticchi Damiani, presidente di Aci, ha fatto l’ultimo passo per arrivare a chiudere la difficile ed estenuante trattativa per il rinnovo del contratto di Monza con la Formula Uno. I termini si avvicinano alle condizioni del boss della F1. La cifra è quella che da mesi gira attorno ai 22 milioni di euro all’anno. La durata, altri 4 anni dal 2017 al 2020. Ormai non c’è altro da fare se non aspettare il verdetto da Londra. A meno che Ecclestone non mandi un segnale già durante questo fine settimana dall’Ungheria dove si corre il penultimo Gran premio prima della pausa estiva. Anche perché proprio dal paddock di Budapest cominciano ad arrivare le voci dei piloti sul destino del Gp d’Italia: «Sarebbe tristissimo non avere più una gara in Italia e restare a Monza sarebbe meglio», il desiderio di Felipe Massa. Perché «il Gran premio d’Italia è una gara leggendaria, con un pubblico enorme di tifosi italiani e deve restare - lo slancio di Nico Rosberg -. Monza è una pista grandiosa». Da parte sua il presidente Aci auspica che a questo punto la situazione si possa definire «in tempi rapidi» perché «mi sembra che il clima stia degenerando». Vuole tenersi fuori a maggior ragione adesso che la partita per salvare il Gran premio d’Italia a Monza è quasi arrivata al risultato a cui ha lavorato da 11 mesi, ovvero da quando è stato incaricato dal numero uno del Coni, Giovanni Malagò, di prendere in mano - in esclusiva - le redini della trattativa.

Una investitura con tanto di benedizione del Governo che, con una precisa disposizione inserita nella Legge di Stabilità, lo ha autorizzato a utilizzare le risorse del bilancio Aci per contribuire a pagare ogni anno il contratto con Ecclestone. Fino a un massimo di 12 milioni e mezzo di euro. Anche se l’Autodromo di Imola ha presentato ricorso al Tar del Lazio proprio contro la decisione di Aci snobbando la propria disponibilità a organizzare la gara già formalizzata con la firma del contratto con Ecclestone. Un accordo che, però, non ha alcun valore senza il titolo sportivo del Gp d’Italia, che è nelle mani di Aci, e appunto senza quei 12,5 milioni che per legge Aci può investire solo sul futuro di Monza. Con la differenza per raggiungere i circa 22 milioni all’anno da dare a Ecclestone che Monza coprirebbe grazie a Regione Lombardia (con 5 milioni all’anno per i 4 di contratto) e a Sias, la società di Ac Milano che gestisce l’Autodromo brianzolo, con gli incassi della biglietteria. marco.galvani@ilgiorno.net