Scrisse "Forza Vesuvio", finirà a processo per un post su Facebook

"Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili", è il post che una donna della provincia di Monza aveva pubblicato su Facebook. Il pm di Monza Emma Gambardella ha disposto la citazione a giudizio per l'imputata, denunciata da un avvocato di Napoli

Una vista del Vesuvio, proprio di fronte a Pompei, distrutta nell'eruzione del 79 d.C.

Una vista del Vesuvio, proprio di fronte a Pompei, distrutta nell'eruzione del 79 d.C.

Monza, 30 luglio 2014 - Da un post su Facebook all'aula di un tribunale: la donna andrà a processo per aver propagandato idee razziali. Si mette male per una donna residente in provincia di Monza Brianza, per aver scritto sul social network più famoso del mondo un post con scritto: 'Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili', augurandosi ''una catastrofe naturale nel centro-sud Italia''. Ora l'internauta dovra' affrontare l'accusa di aver propagandato ''idee fondate sulla superiorita' razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali'' e di ''discriminazione razziale ed etnica''. Lo ha deciso il pm di Monza Emma Gambardella che, dopo aver chiuso le indagini, ha disposto la citazione diretta a giudizio per l'imputata.

A presentare una denuncia per quel post pubblicato sul social network e' stato l'avvocato Angelo Pisani, presidente della Ottava Municipalita' di Napoli, che si costituira' parte civile nel processo rappresentato dal legale Sergio Pisani. Stando all'imputazione, la donna nell'ottobre del 2012 inseri' su Facebook la ''foto satellitare dell'Italia priva delle regioni dal Lazio e dagli Abruzzi in giu' e la frase 'il satellite vede bene, difendiamo i confini ...'. E poi commento' con un ''mi piace'' e scrisse 'Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili', augurandosi, come scrive il pm, ''una catastrofe naturale nel centro-sud Italia provocata dai tre piu' grandi vulcani attivi cola' esistenti''. Il processo, in cui Angelo Pisani e' ''parte offesa'' come presidente della Municipalita', iniziera' a Monza il 23 ottobre del 2015 davanti al giudice Elena Sechi. ''Intendiamo lanciare un segnale forte - ha spiegato Angelo Pisani - per far capire a tutti che la dignita' dei cittadini italiani, siano essi meridionali o settentrionali, va rispettata e la violenza va ripudiata. E se non lo si comprende per senso civico, gli artefici lo capiranno pagando di tasca propria per le offese pagandone i danni''. L'avvocato ha spiegato che ''devolvera' il risarcimento danni ad opere di scopo sociale o beneficenza''.

Secondo Pisani, ''la condanna che potrebbe arrivare in questo processo rappresentera' un importante argine alla violenza, anche di connotazione razziale, che avvelena lo sport italiano, il web e la convivenza civile. E' ancora forte - ha aggiunto - l'onda emotiva nel Paese per il ferimento a morte di un giovane, innocente tifoso di Scampia dinanzi allo stadio Olimpico. La famiglia di Ciro Esposito - ha concluso - ha impartito al Paese una grande lezione di civilta' con i suoi ripetuti inviti alla non violenza''