Il caso K Flex in Parlamento, il ministro: impegnati a trovare soluzione

Calenda annuncia: "Sarà introdotto vincolo di mantenimento dell'attività in Italia per le aziende che ottengono finanziamenti pubblici"

Carlo Calenda (Lapersse)

Carlo Calenda (Lapersse)

Roncello, 22 marzo 2017 – “Il ministero dello Sviluppo economico ha in corso un tavolo di confronto con la partecipazione dell`azienda, delle istituzioni locali e delle organizzazioni sindacali, volto a trovare una soluzione per la situazione creata in seguito all'annuncio del licenziamento di oltre 180 addetti, mantenendo in Italia le sole attività commerciali e di ricerca nelle quali operano poco più di 50 persone". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel question time alla Camera rispondendo ad una interrogazione di Davide Tripiedi e Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle, sulle iniziative che intende prendere il ministero per tutelare i lavoratori, disincentivando le delocalizzazioni in Paesi esteri, in particolar modo nel caso di imprese che abbiano beneficiato di finanziamenti pubblici, con riferimento proprio al caso di k Flex che ha annunciato la chiusura della fabbrica brianzola per portare la produzione, sostengono i sindacati, in Polonia.

"Come noto - ha proseguito il ministro - K-Flex è una multinazionale italiana che opera in 10 paesi con oltre 1500 addetti e non è un'azienda in crisi. Il processo di crescita internazionale dell`azienda è stato supportato da Simest attraverso la partecipazione a 5 operazioni di aumento di capitale e un Fondo di Venture Capital". Calenda ha poi precisato: "Tali partecipazioni sono in parte già rientrate a giugno 2015, per 5 milioni”. Mentre: “9,2 milioni rientreranno entro giugno di quest`anno; infine per 8 milioni è previsto il rientro entro giugno 2021, ma stiamo operando per attivare i diritti di uscita anticipata". Calenda ha ricordato che per gli aiuti agli investimenti esiste già un vincolo di mantenimento dell'attività d'impresa una volta ultimato il programma, per quelli di ricerca e sviluppo no. A questo riguardo il ministro ha parlato di novità in arrivo: "Operativamente nei prossimi interventi che riguarderanno la Ricerca e Sviluppo verrà introdotto un vincolo di mantenimento dell`attività in Italia per un congruo periodo successivo alla conclusione dei programmi” Per il M5S: “Non è più accettabile questo atteggiamento da 'prendi i soldi e scappa' di certe imprese italiane. Quando saremo al governo troveremo il modo più efficace di vincolare l'erogazione di sostegni e incentivi pubblici al mantenimento delle attività produttive sul suolo nostrano”.