Candy, nuovi scioperi contro gli esuberi

L'azienda vuole velocizzare le catene di montaggio della fabbrica di Brugherio: da 60 a 85 lavatrici all'ora

Una linea produttiva della Candy

Una linea produttiva della Candy

Brugherio, 9 novembre 2017 - Quindici minuti di sciopero ogni ora di lavoro per tutta la prossima settimana e una serie di manifestazioni "da definire". Lo hanno deciso gli operai della Candy "fino a quando non riaprirà il tavolo negoziale sulla gestione degli esuberi bruscamente interrottosi il 30 ottobre in Confindustria", spiega una nota della Fiom-Cgil Brianza.

Il 24 settembre 2018 scadranno infatti i contratti di solidarietà che hanno permesso di congelare, sinora, i 300 licenziamenti (nel frattempo però gli esuberi sono scesi a 280 grazie ad alcune uscite volontarie). "Se le cose resteranno così gli esuberi non diminuiranno, anzi con le novità annunciate dalla proprietà sono destinati addirittura ad aumentare", spiega Paolo Mancini delegato sindacale della Fiom.

Ma cosa hanno chiesto i vertici di Candy? "Lunedì avvieranno una linea sperimentale in grado di realizzare 85 lavatrici all’ora. Attualmente ce ne sono 4 in grado di costruirne 60 nello stesso tempo (fino un anno fa ce n’erano 8 per 45 elettrodomestici all’ora). L’obiettivo ora è di renderle tutte e 4 in grado di aumentare la produzione a 85 in 60 minuti. Ciò attraverso miglioramenti tecnologici e mettendo persone in più su ogni linea", spiega Mancini. "Più operai sulla linea potrebbe sembrare una cosa positiva... Potrebbe. Se si alzassero anche i volumi (cioè il numero di lavatrici realizzate in un anno). Ma così non è. Restano 320mila. Quindi più pezzi in meno tempo. Quindi un minor bisogno di forza lavoro. Quindi meno operai", conclude Mancini.

Attualmente sono circa 550 le tute blu che costruiscono lavatrici nella fabbrica di Brugherio (l’ultima del gruppo Candy rimasta in Italia) "ma qui non realizziamo quelle di ultima generazione le 'lavatrici intelligenti' quelle in grado di dialogare e funzionare con i telefonini. Quelle si fanno in Cina. Non solo. Da tempo Candy dà incentivi economici a chi lascia l’azienda, ma nell’ultimo incontro la cifra delle buonuscite è stata notevolmente abbassata».

Per questo, settimana prossima (dal lunedì al giovedì per effetto della solidarietà) ci saranno gli scioperi «a scacchiera». Non solo. "Pensiamo anche a mobilitazioni in città per sensibilizzare la gente. Manifestazioni, ad esempio, alla Candy Arena (il palazzetto dello sport di Monza “griffato Candy“ in occasione  delle partite delle squadre di pallavolo di serie A", spiega Paolo Mancini .

"L’impressione è che Candy voglia arrivare alla scadenza degli ammortizzatori sociali con tutti i problemi ancora aperti e riversare sulla collettività e sul territorio le scelte industriali volte solo al profitto nudo e crudo. La Candy ha dichiarato sulla stampa che intende arrivare al raddoppio del fatturato nel 2021, ma le lavabiancheria saranno made in Cina. A Brugherio continua la politica di sempre: spremere le lavoratrici e i lavoratori e spostare le produzioni all’estero», concude Angela Mondellini, segretaria generale della Fiom Cgil Monza e Brianza.