Fusione delle Camere di commercio di Monza e Milano: ricorso al Tar da rifare

Per opporsi all'aggregazione Cgil, Cisl e Uil insieme alla Provincia dovranno rivolgersi al Tribunale amministrativo del Lazio. Lo ha stabilito il Tar della Lombardia

Una riunione del consiglio della Camera di commercio di Monza e Brianza

Una riunione del consiglio della Camera di commercio di Monza e Brianza

Monza, 9 novembre 2015 - Tutto rinviato al 13 dicembre. Forse. Ieri il Tar (tribunale amministrativo regionale) ha infatti esaminato il ricorso contro la fusione fra le Camere di commercio di Monza e di Milano proposto da Cgil, Cisl e Uil Brianza a cui negli ultimi giorni si era «accodata» la Provincia. Il giudice del Tar della Lombardia analizzando le carte ha sostanzialmente ravvisato che questo ricorso è, detto in parole semplici, ormai superato. Infatti sindacati e provincia avevano impugnato le delibere di aggregazione approvate dalla Camera di commercio di Milano, prima, e da quella di Monza, poi. Ma fra la presentazione del ricorso (a inizio ottobre) e la discussione ieri al Tar, l’iter della fusione è proseguito. Il 13 ottobre infatti il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) aveva dato l’ok all’istituzione della «Camera di commercio Metropolitana di Milano, Monza Brianza, Lodi».

A questo occorrerebbe ricorrere non più contro le delibere prese (a larghissima maggioranza) dai consigli delle Camere di commercio, bensì contro il decreto ministeriale. Per far questo però bisognerà presentare un «ricorso per motivi aggiunti» non più al Tar della Lombardia, bensì a quello del Lazio (perchè il ministero ha sede a Roma). Spetta ora a sindacati e Provincia decidere se sia opportuno andare avanti nella battaglia «per l’autonomia della Camera di commercio di Monza e Brianza».

«Sono appena venuto a sapere di questa decisione del Tar. Era una possibilità che ci era stata prospettata. Ora insieme agli altri segretari generali e alla Provincia discuteremo e decideremo cosa fare anche in relazione ai costi. A mio avviso però, a questo punto sarebbe logico andare avanti», ha spiegato il segretario generale della Cgil Brianza, Maurizio Laini. Dello stesso avviso il presidente della Provincia, Gigi Ponti: «La nostra intenzione è quella di proseguire nel ricorso ma prima occorrerà confrontarci con i legali per capire se e come muoverci». Più deciso il capogruppo della Lega in consiglio provinciale, Andrea Monti che era stato il primo a chiedere che la Provincia si unisse ai sindacati nel ricorso al Tar: «Domani presenterò una mozione in consiglio provinciale per chiedere di proseguire la battaglia anche davanti al Tar del Lazio».

Per decidere e depositare l’impugnazione del decreto ministeriale ci sarà tempo fino al 13 dicembre (due mesi esatti dalla delibera del ministero, termine massimo stabilito per legge per ricorrere al Tar) giorno in cui sarà comunque discusso l’eventuale ricorso. Una cosa è certa. Il 13 dicembre è successivo al referendum costituzionale (4 dicembre). E proprio «l’attesa del risultato del referendum» era fra i motivi del ricorso (in particolare della richiesta di sospensiva) dei sindacati i quali ora dovranno puntare sulla «legittimità della fusione» sempre, naturalmente, che vorranno proseguire con le carte bollate.