Giacomo Corno, il ricordo dell'imprenditore col cuore

I rapporti con Martini e Gorbacev, il racconto del figlio

Lissone, Giacomo Corno

Lissone, Giacomo Corno

Lissone (Monza), 5 luglio 2016 - L'hanno definito un umanista, in grado di coniugare la pragmaticità brianzola con una capacità non comune di visione e di attenzione agli altri. Un uomo per cui il valore dell'impresa si misurava innanzitutto sulla centralità data alle persone. Era questo Giacomo Corno, come emerge dal ritratto contenuto nel libro «L'uomo al centro dell'impresa - Giacomo Corno dalla Brianza al mondo», scritto dalla saggista Stella Casiraghi e appena pubblicato da Guerini e Associati per ricordarlo a un anno e mezzo dalla scomparsa, avvenuta nel novembre 2014 a 86 anni. Protagonista della crescita economica della Brianza e della sua apertura al mondo, Corno è stato uno dei più importanti commercialisti italiani, in grado di tessere una rete di rapporti e relazioni con personaggi come Michail Gorbacev - che portò a parlare al Cis-Centro Studi d'Impresa a Valmadrera -, il Cardinale Carlo Maria Martini e i principi del Qatar: guidò molte aziende nei mercati esteri, facendole sbarcare in Russia, Cina, India e nei Paesi Arabi; nel 1993 promosse la prima fiera delle imprese della Brianza a Mosca ed è stato per decenni la mente dietro a missioni economiche in più di 35 Paesi del mondo. Insegnò per 20 anni come «visiting professor» nelle università di Mosca, e poi negli atenei di Dubai, Abu Dhabi e Qatar, oltre a essere il cuore di importanti attività sociali, una su tutte la creazione dell'associazione di adozioni internazionali «Crescere Insieme». Una personalità affascinante e abbastanza unica, come racconta uno dei figli, Giulio. «Mio padre è stato da un lato un professionista moderno, un commercialista con uno spiccato spirito imprenditoriale, e dall'altro un uomo che si è dedicato a un insieme di opere di aiuto agli altri, di sostegno ai disabili, ai terremotati, all'infanzia: opere in cui metteva una parte importante del suo patrimonio, in modo inusuale per l'Italia - racconta Giulio Corno -. Io stesso leggendo il libro mi sono reso conto di quanto spazio e tempo papà riuscisse a trovare per queste che evidentemente erano le sue vere passioni». «Da bambino - ricorda Corno - ero abituato ad avere una volta alla settimana un mendicante a tavola a casa nostra, e noi dovevamo servirlo e accudirlo: un esempio per farci capire quanto eravamo fortunati ad avere tutto». «Quando papà è mancato - prosegue - è venuto da noi un signore che non conoscevo, piangeva a dirotto. Da giovane faceva il rapinatore e come copertura lavorava in un'azienda di cui mio padre aveva la gestione: una notte cercò di rubare materiale nella ditta, scattò l'allarme e mio padre col custode si mise a girare per lo stabilimento. Il giorno dopo quest'uomo, un po' sbeffeggiandolo, disse a mio padre: «sei stato fortunato ieri sera che ho riconosciuto la tua sagoma, sennò ti saresti preso una bella legnata«. Mio padre lo prese per un orecchio e lo portò in ufficio: sapeva che c'era un ambulante che vendeva la sua licenza, la comprò per quell'uomo e gli fece cambiare vita. Oggi questo signore ha fatto una vita onesta, ha 2 figli che fanno uno il primario e l'altro il professore universitario. E' una storia che ben rappresenta lo spirito di mio padre, la sua capacità di prendere una situazione estrema da cui molti si sarebbero ritratti e di cambiarla col suo carisma. La vera eredità di mio padre è l'esempio che ci ha lasciato, l'averci indicato che in un mondo così pieno di egoismi si può fare veramente tanto». Il libro verrà presentato oggi alle 18.30 allo Studio Corno di via Mameli, durante l'incontro «Affrontare il presente. Creare il futuro», con l'amministratore delegato di Novatex Italia Natale Castagna, il chief operating officer di Intesa San Paolo Eliano Lodesani e il Procuratore della Repubblica aggiunto di Torino Vittorio Nessi.