Vimercate, madre russa rapisce il bambino: condannata con i genitori

Partiti per capodanno 2015, non sono più tornati. Il padre è stato minacciato. Visite solo davanti a guardie armate

Il Tribunale di Monza

Il Tribunale di Monza

Vimercate (Monza), 18 gennaio 2017 - Con la scusa delle vacanze di Natale nella nativa Russia, hanno portato via al padre il bambino di 2 anni, che non ha più fatto ritorno in Brianza. Per questa vicenda una potente famiglia russa, la mamma del piccolo e i genitori di lei, i nonni materni, sono stati condannati dal Tribunale di Monza a 4 anni di reclusione per sequestro di persona e di sottrazione di minore. Alla moglie del denunciante (un uomo residente a Vimercate), che già in una causa civile aveva perso l'affidamento del figlio a favore del papà, è andata anche la condanna della sospensione della potestà genitoriale. A raccontare in aula la sua storia di padre privato dell'unico figlio, che ora ha cinque anni, è stato proprio la vittima.

L'uomo aveva sposato la ragazza russa nel 2009 e nel 2012 era nato il bambino. Tutto sembrava andare a gonfie vele in famiglia. «Era il 2014 e per Capodanno siamo andati in Russia a festeggiare. Il primo gennaio del 2015 io sono ritornato in Italia per motivi di lavoro e il 4 gennaio ho ricevuto una telefonata da mia moglie che mi informava che non sarebbero più tornati. Dopo a casa mi sono accorto che, nella loro ultima visita in Italia a novembre, i miei suoceri avevano svuotato il guardaroba della figlia in vista del trasferimento di un mese dopo riempiendolo con altro abbigliamento perchè non mi accorgessi di nulla". Da allora per il papà del bambino è iniziato l'incubo di non poter mai più rivedere suo figlio. «Ho provato tante volte a tornare a Mosca per poter riavere il mio bambino, ma è stato inutile.

Potevo incontrarlo solo in un centro commerciale insieme alle loro guardie armate. Mi ripetevano che il bimbo doveva restare in Russia e ricevere un’educazione russa. A metà aprile 2015 è l’ultima volta che l’ho visto: erano presenti 7 guardie armate«. Secondo il suo racconto, il papà brianzolo sarebbe stato anche minacciato dai suoceri di farsene una ragione, di non cercare più di rimettersi in contatto con il figlioletto, tanto che le autorità italiane, a cui il padre disperato si è finora invano rivolto, gli hanno consigliato di evitare di fare rientro in Russia a rischio della propria incolumità. L'anno scorso gli investigatori italiani si sarebbero messi sulle tracce della ricca famiglia russa che si sarebbe trovata a bordo di un panfilo ormeggiato a Portofino e avrbbero cercato di salire a bordo della lussuosa imbarcazione per recuperare il bimbo, ma l’operazione aveva avuto esito negativo. Ora, con la condanna penale ottenuta dal Tribunale di Monza, il papà vimercatese spera di riuscire a sbloccare la situazione e di poter finalmente riabbracciare il suo bambino.