Tangenti e protesi, il gip: "Peculiare capacità delinquenziale"

Sono severe le motivazioni che hanno portato a disporre il carcere per i medici

Operazione Disturbo

Operazione Disturbo.

Monza, 16 settembre 2017 - Sono finiti in carcere perché "una misura meno afflittiva non è sufficiente". Per la "peculiare capacità delinquenziale mostrata", per la "disinvoltura nella gestione del rapporto corruttivo" e per la "totale abdicazione alla pubblica funzione". Sono severe le motivazioni che hanno portato il gip del Tribunale di Monza, Federica Centonze, a disporre il carcere, oltre che per Marco Camnasio e Denis Panico, rispettivamente rappresentante di zona e agente della Ceraver Italia (azienda produttrice di protesi), anche per gli ortopedici Claudio Manzini, Fabio Bestetti e Marco Valadè.

In particolare Manzini, chirurgo degli Istituti Clinici Zucchi, "mostra una inusitata disinvoltura nel proporre ai corruttori una modalità di pagamento attraverso una società intestata ai propri familiari (la Doc Ortopedica srl) dissimulando il rapporto corruttivo con fittizie prestazioni di consulenza. Inoltre gestisce il proprio staff nell’attività ambulatoriale fornendo direttive precise in merito all’indicazione chirurgica e all’incentivo ai medici di base che incontra personalmente, e si presta a prescrivere ai pazienti il Condro24", integratore che rallenta il deterioramento delle articolazioni.

Mentre Bestetti, al Policlinico di Monza sino a fine 2015, «mostra di essere prontamente disponibile a riprendere le fila del rapporto illecito, allettato dalla possibilità di guadagno» nella nuova struttura in cui si è trasferito, la GB Mangioni hospital di Lecco, pur non riuscendo poi nel suo intento. E Valadè, secondo il gip, «conferisce al progetto criminoso un impulso di rilievo, attivandosi a promuoverlo con spregiudicatezza e avidità sui vari fronti che lo contemplano», ovvero il montaggio delle protesi giudicate «scadenti», il coinvolgimento dei colleghi ortopedici, l’incentivo ai medici di base e la commercializzazione dell’integratore. Accuse pesanti a cui lunedì mattina i medici avranno la possibilità di rispondere durante l’interrogatorio di garanzia in carcere. "Al momento non abbiamo alcuna valutazione da fare", taglia corto il legale di Fabio Bestetti, l’avvocato Attilio Vill

Dal fronte giudiziario a quello sanitario. Perché oggi i due gruppi ospedalieri si trovano a fare i conti con i pazienti operati dai chirurghi finiti in carcere. Gli Istituti Clinici Zucchi hanno già iniziato a contattate tutti i pazienti – poco più di un centinaio – che sono stati operati da Manzini e a cui è stata impiantata una protesi Ceraver chiarendo che, al di là del giudizio espresso dai medici intercettati ("queste protesi fanno c..."), si tratta di protesi certificate, controllate e registrate dal ministero della Salute che non ha mai messo in evidenza problemi.