Avvelenati dal tallio, torna la pista brianzola

La sostanza letale sarebbe stata assunta dalle vittime al rientro dalla villeggiatura in Friuli

Scagionata la casa di Varmo

Scagionata la casa di Varmo

Nova Milanese (Monza Brianza) 13 novembre 2017 - E' passato quasi un mese e mezzo, dalla morte di Giovanni Battista Del Zotto e della figlia Patrizia, seguita poi da quella della moglie Maria Gioia Pittana, in seguito all'assunzione di tallio. Ora si riapre il fronte brianzolo, che sembrava archiviato. Mano a mano che arrivano gli esiti delle analisi sugli alimenti campionati nelle due abitazioni, infatti, quella di via Fiume e Nova e quella di Varmo in provincia di Udine, gli inquirenti, con l'aiuto degli esperti, possono fare raffronti, escludere piste, trovare indizi, elementi.

Gli specialisti che stanno supportando le indagini hanno dato delle indicazioni più circostanziate sulla tempistica: per la quantità di tallio presente nell'organismo dei familiari, quelli purtroppo deceduti e quelli ancora in ospedale, l'assunzione sarebbe da far risalire a una, massimo due settimane prima dei sintomi. Cioè quando la famiglia era già rientrata in Brianza, dopo l'agosto trascorso nella casa di villeggiatura in Friuli. 

Nel frattempo, arriva una buona notizia sul fronte medico: Enrico Ronchi, marito di Patrizia, nel cui organismo la quantità di tallio rilevata era minima, dovrebbe essere dimesso in settimana dall'ospedale di Desio. Laura Del Zotto e la badante Serafina Pogliani, invece, saranno trasferite presso l'ospedale di Pavia, per essere monitorate in maniera ancora più specialistica. I carabinieri della compagnia di Desio, intanto, continuano ad ascoltare, a più riprese, i tre soggetti, come persone informate dei fatti. La Procura di Monza, insieme ai colleghi del Friuli, indaga per omicidio colposo e lesioni contro ignoti.