Killer del tallio, l’angoscia dei genitori: "Tanta sofferenza e nessun rancore"

Il parroco raccoglie lo sfogo: "Si sentono in colpa, sosteniamoli"

Mattia Del Zotto

Mattia Del Zotto

Nova Milanese (Monza Brianza), 11 dicembre 2017 - «Adesso i genitori di Mattia Del Zotto chiedono aiuto». Affranta dal dolore, dall’angoscia, ma senza rancore, la famiglia del killer del tallio cerca una strada per capire, per provare ancora ad aiutare quel ragazzo che ha confessato di aver ucciso tre persone e averne intossicate altre cinque. A raccogliere il loro grido d’aiuto è il parroco di Novadon Luigi Caimi. «Loro ci hanno provato a sostenere il figlio, ma non ce l’hanno fatta e mi hanno chiesto se è possibile farlo ancora. Il papà Domenico, la mamma Cristina e lo zio Enrico (marito di Patrizia Del Zotto, una delle vittime) non hanno rancore verso il loro ragazzo. Si sono uniti e vorrebbero fare qualcosa. Dobbiamo pregare per questa famiglia che sta affrontando la montagna di dolore che le è caduta addosso, rendendola inerme di fronte a fatti estremi». Il ragazzo di 27 anni resta in carcere in attesa di una prima valutazione psichiatrica.  «Mattia è sempre stato una persona riservata – continua don Luigi, che ha officiato i tre funerali delle tre vittime –, ma ultimamente si è chiuso in se stesso. Eppure nessuno della famiglia è mai stato sfiorato dal dubbio che potesse arrivare a compiere un gesto così grave. Loro hanno fatto di tutto per capirlo, aiutarlo. E si chiedono se sia ancora possibile farlo. I genitori sono disperati perché si sentono in colpa per non aver capito cosa stesse succedendo: ora vivono un vero calvario». Un dramma che si stenta ancora a comprendere, come testimoniano le parole dello zio, Enrico Ronchi, dimesso dopo una settimana in ospedale a Desio: «Sembra impossibile che questo sia accaduto alla nostra famiglia».