Giallo del tallio, il medico: "Così l’abbiamo detto ai nonni ricoverati"

Parla Vittorio Baldini, il primario dell'ospedale di Desio dove sono ricoverati i coniugi Palma

L'ospedale di Desio

L'ospedale di Desio

Desio (Monza Brianza), 14 dicembre 2017 - "La medicina è piena di sorprese, ma non ho una preoccupazione clinica stretta per i due anziani coniugi". Il dottor Vittorio Baldini, direttore di Medicina Generale presso l’ospedale di Desio, immerso ormai da due mesi e mezzo nella vicenda del tallio, è molto fiducioso per le condizioni di Alessio Palma e Maria Lina Pedon, i due nonni materni di Mattia Del Zotto. Nelle ultime ore, oltre al quadro strettamente clinico, ha dovuto occuparsi anche di quello psicologico. Visto come si è evoluta la vicenda, con l’arresto del giovane presunto killer.

Su richiesta della zia Patrizia Palma, figlia dei due ultraottantenni e sorella di Cristina, il primario si è messo a disposizione per il delicato ruolo di «portavoce»: "Mi ha pregato di assisterla, in un ambiente protetto, nel momento di comunicare ai due anziani chi li avesse avvelenati – spiega il medico –. Credo temesse che la drammatica notizia potesse avere un forte impatto psicologico sui due genitori. Per questo, visto anche che ho creato un rapporto umano molto buono con i due pazienti, ho condiviso questo momento così delicato e ho in qualche modo presentato la situazione. Poi la figlia ha spiegato il tutto. La reazione è stata di stupore ma anche di rassegnazione. Comunque contenuta, senza gesti o parole vistose: un dolore composto lo definirei".

Una notizia terribile che è da un lato la fine di un incubo – perché finalmente si conoscono le cause di tanta sofferenza – dall’altro l’inizio di altro dolore, sgomento. "Il nonno, una volta appresa la notizia – prosegue il dottor Baldini – ha fatto capire che il ragazzo ha problemi non comuni dal punto di vista psichiatrico, secondo lui". Il nonno aveva percepito un disagio grave, anche se mai avrebbe potuto immaginare delle azioni e conseguenze simili: "Il ritratto che ne è emerso – prosegue il direttore di Medicina Generale – è quello di un ragazzo sfortunato, chiuso dentro un problema più grande di lui, che ha gestito la situazione in maniera maldestra. Credo che ci fosse bisogno di più luce solare, invece che la chiusura in un nido di ghiaccio".

Il fatto positivo è comunque che i due anziani stanno sempre meglio. Le cure evidentemente sono efficaci. "Stanno bene – spiega il medico – chiaro che parliamo di persone di età avanzata, che si trascinano degli acciacchi, ma stanno recuperando anche un buon grado di autonomia: camminano nel corridoio del reparto, con un piccolo aiuto che forse è anche superfluo. Gli ultimi esami sono di lunedì 11 e i dati sono in netto miglioramento, ma non ancora vicinissimi alla soglia di norma. Segni evidenti dell’intossicazione da tallio non ce ne sono più, tolto il fatto che purtroppo hanno perso tutti i capelli, credo che per loro si tratterà di pazientare ancora due o tre settimane. Lo sanno, per questo si annoiano un po’".