Tallio, il giallo del veleno difficile da scoprire e curare

Fervono le indagini, mentre una famiglia piange 3 morti

I carabinieri stanno scandagliando ogni pista  per far luce  sul misterioso avvelenamento da tallio  che sta mietendo vittime a Nova Milanese

I carabinieri stanno scandagliando ogni pista per far luce sul misterioso avvelenamento da tallio che sta mietendo vittime a Nova Milanese

Nova Milanese (Monza e Brianza), 15 ottobre 2017 - Una prima volta, per certi versi. Un caso da studiare. Per evitare drammatiche repliche. Un caso di rilevanza nazionale, purtroppo, è diventato il giallo dell’avvelenamento da tallio che ha già fatto tre vittime nella famiglia Del Zotto di Nova Milanese. Inquietante, sconvolgente. Anche perchè finché non sarà scoperta la reale causa dell’intossicazione nessuno potrà darsi pace. «È un veleno che entra nelle cellule – ha spiegato Carlo Locatelli, direttore del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia – e provoca danni interagendo con molecole a livello subcellulare: è innanzitutto neurotossico, ma è anche cardiotossico e dannoso su molti altri sistemi e apparati». Nell’intossicazione acuta i primi sintomi sono gastrointestinali.

«Violenti dolori addominali, vomito, diarrea. Dopo 24-48 ore - ha affermato l’esperto - possono progressivamente comparire confusione mentale, convulsioni, coma, parestesie importanti specie agli arti inferiori, debolezza muscolare progressiva e neuropatia periferica sensitivo-motoria, insufficienza respiratoria. Nei casi non letali, dopo circa 15 giorni si ha perdita dei capelli». Una volta intossicati è difficile intervenire. «Prima di tutto è difficile da diagnosticare poi è difficilissimo da trattare», conferma Locatelli: «Non esiste un antidoto con azione rapida: e non sempre il recupero è totale». Ma cosa li ha concretamente avvelenati? Le indagini sono febbrili, sia sul fronte brianzolo che su quello friulano.

Il fascicolo aperto è per omicidio colposo e lesioni. Secondo l’Agenzia americana per la Protezione dell’Ambiente, tra le fonti antropiche di inquinamento da tallio vi sono le emissioni gassose dei cementifici, delle centrali a carbone e delle fogne per metalli. Le scorie tossiche finiscono nell’acqua a seguito di operazioni di trattamento del minerale a scopi industriali. Ma non sembrano ipotesi credibili, visto che l’intossicazione è stata limitata alla sola famiglia Del Zotto, quasi sicuramente nel proprio casolare di Varmo. Gli esperti confermano che il tallio è un veleno potente: un tempo presente nei topicidi, da qualche anno è stato proibito.