Né i piccioni, né l’acqua: il tallio ha ucciso ma nessuno sa come

Nova, oscura la fonte dell’avvelenamento

I tecnici esaminano il punto di prelievo della villetta friulana dove la famiglia ha trascorso le vacanze

I tecnici esaminano il punto di prelievo della villetta friulana dove la famiglia ha trascorso le vacanze

Nova Milanese (Monza), 8 ottobre 2017 - Non è stata l’acqua del pozzo di Varmo (Udine) ad avvelenare la famiglia friulana residente a Nova Milanese dopo la vacanza trascorsa nella casa di proprietà di Santa Marizza. Il tallio, il potente veleno che ha causato la morte di Patrizia Del Zotto, 63 anni, e quella del padre Giovanni Battista, 94 anni, non è stato trovato nei campioni prelevati nei giorni scorsi dai carabinieri della stazione di Rivignano, della compagnia di Latisana, e dai tecnici e veterinari dell’Azienda sanitaria 3 nell’abitazione su delega della Procura di Monza che sta indagando per omicidio colposo e lesioni colpose nei confronti di ignoti.

Esclusa quindi l’ipotesi dell’acqua contaminata e delle esalazioni dei piccioni del fienile adiacente all’abitazione di campagna della famiglia Del Zotto, ancora sotto sequestro, continuano le indagini. E si attendono gli esiti dei test sugli altri campioni prelevati, escrementi di topi, polvere e insetti morti. Tra le sostanze campionate anche una busta di topicida, trovata in soffitta per tenere lontani i roditori. Si dovrà capire quando sia stata messo in commercio. Da prodotti più recenti di questo veleno è infatti già bandito il tallio.

Indagini anche sugli alimenti nella dispensa, mentre il frigorifero era stato svuotato e pulito prima della partenza. «L’unico alimento che mi viene in mente è il puré fatto in casa con le patate», aveva suggerito nei giorni scorsi la badante. Anche sull’innocuo puré sarà fatta luce. «Siamo disperati, non capiamo cosa sia accaduto e cosa possano avere mangiato che possa avere fatto loro male, visto che si è scoperto che l’acqua non c’entra - racconta Liduina Pittana, 64 anni, la zia materna di Patrizia Del Zotto e cognata di Giovanni Battista che vive con altri parenti a Santa Marizza -. Anche noi abbiamo passato dei giorni con loro e non abbiamo avuto alcun problema di salute, così come i vicini che sono passati a salutarli».

«Aspettiamo l’esito dell’autopsia di venerdì per conoscere la verità ma ci vorrà ancora del tempo», dice Domenico Del Zotto che intanto si divide tra la villetta di via Fiume, dove abita la famiglia, e l’ospedale di Desio dove sono ancora ricoverati in condizioni stabili la sorella Laura, 58 anni, la mamma Gioia Maria Pittana, 78 anni, il cognato Enrico Ronchi, 49 anni, e la badante Serafina Pogliani, 49 anni. «È davvero un enigma terribile – continua –. Nei giorni scorsi anche io e la mia compagna, che abbiamo trascorso a Varmo solo un fine settimana di agosto, al rientro da un viaggio, siamo stati sottoposti ad accertamenti e siamo risultati negativi al tallio». Anche la villetta di Nova è stata sottoposta a controlli, campionature e prelievi. «Speriamo che presto arrivino delle risposte dall’autorità giudiziaria – conclude Domenico Del Zotto –. Nessuno poteva pensare ad una tragedia simile, sono molto preoccupato e spero che il resto della famiglia stia meglio e ritorni presto a casa».