Incidente e rogo a Seregno, morti due amici: parola all'autopsia

L'esame autoptico dei corpi e le risultanze dei rilievi degli uomini dell’Arma intervenuti nella notta dell’incidente potranno chiarire le causa dello scontro. Attesa per i funerali

Vigili del fuoco spengono le fiamme nell'auto con a bordo i due giovani

Vigili del fuoco spengono le fiamme nell'auto con a bordo i due giovani

Seregno, 4 dicembre 2016 - Entro la settimana l’ultima parola sulla tragica fine dei due amici finiti in auto contro un muro a Seregno la dirà l’autopsia. Il medico legale la eseguirà sulle salme di Simone Boccuni, 36 anni di Barlassina, e Massimiliano Tavecchia, 42enne desiano che hanno perso la vita nella notte tra giovedì e venerdì.

I due regazzi tornavano da una festa di compleanno con cena in discoteca e in via Saronno, all’altezza del civico 5, dopo una curva, si sono schiantati contro un’abitazione. I due uomini sono morti sul colpo. L’auto a seguito dell’urto si è immediatamente incendiata e non è stato possibile per i soccorsi riuscire ad estrarli dalle lamiere della Volkswagen Golf, guidata dal 36enne residente con moglie e figlio di tre anni a Barlassina. A disporre l’autopsia il magistrato di turno del Tribunale di Monza che si sta occupando del duplice indicente mortale. I corpi dei due ragazzi, dopo lo schianto sono stati trasportati nella camera ardente del cimitero di Seregno dove sono a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Solo nei prossimi giorni, al termine delle indagini, portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Seregno, diretti dal Capitano Danilo Vinciguerra, e con il nulla osta del magistrato, i corpi dei due papà potranno essere restituiti alle famiglie e in seguito si potranno organizzare i funerali. L’esame autoptico dei corpi e le risultanze dei rilievi degli uomini dell’Arma intervenuti nella notta dell’incidente potranno chiarire le causa dello scontro. Solo ipotesi quelle che in queste ore hanno cercato di ricostruire il motivo del drammatico sinistro stradale. Le più avvalorate sono la strada ghiacciata, l’alta velocità o un malore del conducente. Simone Boccuni aveva 36 anni. Con Barbara Tinto, si conoscevano da ragazzi, e nel 2010 si erano sposati e dalla loro relazione era nato tre anni fa un maschietto, il loro primogenito.

Simone era originario di Desio, abitava nella zona nord al confine con Cesano, vicino ai Frati Salesiani. Nella sua vita era uno che non riusciva a rimanere con le mani in mano. Proprio per questo motivo aveva fatto tanti lavori perché era un ottimo artigiano: per alcuni anni aveva lavorato in una ditta e da sei anni aveva avverato un suo desiderio riuscendo ad aprirsi la sua prima attività in proprio: «Mistertenda» a Meda. L’amico con cui era in auto si chiamava Massimiliano Tavecchia, 42 anni, si era trasferito a Desio dopo aver vissuto a Bresso. Max, come lo chiamavano gli amici, lascia la moglie Genny e un bambino di sei anni. Aveva un’edicola a Milano in Corso Sempione. La sconvolgente notizia con il passare delle ore è rimbalzata in città, in particolare a scuola e all’Aurora Desio, la società sportiva dove gioca il figlio.