Monza, scandalo rifiuti: la Sangalli chiede i danni al Comune

Dopo le condanne e gli aggiustamenti ai contratti, l'azienda fa causa e chiede oltre 2,6 milioni di euro fra interessi e trattenute dal 2013 al 2017. Il Comune si oppone in giudizio e chiede a sua volta i danni

I mezzi della Sangalli

I mezzi della Sangalli

Monza, 22 febbraio 2018 - La Sangalli porta in tribunale il Comune. Ed essere arrivati all’apertura di una causa legale tra l’impresa che ha in gestione dal 2009 il maxiappalto da 127 milioni di euro per i servizi ambientali di Monza e il municipio sembra lo sbocco inevitabile di un rapporto diventato negli ultimi anni particolarmente complesso e pure costoso. E questo nonostante il punto di partenza dopo l’inchiesta per corruzione «Clean City» del 2013, era stato proprio quello di evitare contenziosi e arrivare a correggere in modo concordato tra la nuova dirigenza dell’azienda e l’Amministrazione comunale le parti del maxiappalto risultate viziate e con costi gonfiati dovuti dai rapporti illeciti intercorsi prima del 2009 tra gli ex amministratori della ditta membri della famiglia Sangalli e l’ex assessore Giovanni Antonicelli con altri funzionari comunali.

Invece gli accordi extragiudiziali raggiunti dal 2015 in avanti tra la Sangalli e il Comune, che avevano portato nell’immediato a una transazione di 6 milioni a favore della città e l’allungamento di un anno (fino a giugno 2019) dei termini dei servizi ambientali, non sono stati sufficienti a evitare nuove contestazioni sulle attività e liti sui costi al punto che lo scorso 30 maggio l’ultimo atto dell’Amministrazione del sindaco Roberto Scanagatti era stato quello di rescindere i contratti stipulati per riequilibrare i termini del maxiappalto e in prospettiva, con la nomina di un avvocato specializzato, arrivare anche licenziare la ditta. Ora è arrivata la contromossa e il 19 dicembre è stato notificato in municipio un atto di citazione davanti al Tribunale di Monza da parte dell’amministratore straordinario dell’azienda, Elisabetta Brugnoni, in cui si presenta il conto di tutto ciò che non si è riusciti a "correggere" con gli accordi. L’azienda chiede alla città oltre 2,6 milioni di euro, calcolati per 1,68 milioni come interessi di mora su servizi svolti tra gennaio 2013 e giugno 2017, altri 999mila euro per trattenute nei pagamenti ritenute non corrette fino a giugno 2017, e quindi tutto ciò che in tribunale verrà accertato per prestazioni svolte in più rispetto ai contratti e i danni subiti dall’azienda per la gestione straordinaria del maxiappalto.

In municipio vengono respinte le richieste della Sangalli ed è anche stata preparata una strategia di difesa che, a sua volta, porterà il Comune a chiedere i danni all’azienda. L’Amministrazione del sindaco Dario Allevi pochi giorni fa ha deliberato di resistere in tribunale contro la citazione dando incarico della difesa a un avvocato esterno al municipio, questo per permettere all’avvocatura comunale che già da anni sta seguendo tutti i passaggi e gli accordi con la Sangalli di "poter promuovere le cause civili – si legge nel documento della Giunta – per ottenere dai singoli componenti dell’impresa il risarcimento dei danni dagli stessi causati a seguito dell’illecita aggiudicazione dell’appalto di cui all’ atto di citazione notificato".