Dalla centrale Esterle allo Stallazzo, riaprire il Naviglio costerà 15 milioni

Sopralluogo di Regione e Comune di Cornate lungo l’Adda

L’immensa opera idraulica vale di per sé  una visita Gli impianti  sono secondi  al mondo solo alla Centrale americana delle Cascate  del Niagara Qui sorge anche il Museo Edison dove sono custoditi tutti i progetti originali  che hanno fatto la storia della società

L’immensa opera idraulica vale di per sé una visita Gli impianti sono secondi al mondo solo alla Centrale americana delle Cascate del Niagara Qui sorge anche il Museo Edison dove sono custoditi tutti i progetti originali che hanno fatto la storia della società

Cornate d'Adda, 23 aprile 2017 - Una scolaresca di Roma e studenti europei in gita a Cornate. I turisti ci sono già, ma la riapertura del Naviglio di Paderno che passa da qui, aiuterà a far schizzare le visite alle stelle. Ne sono convinti Regione e Comune che, giovedì, si sono ritrovati davanti i gruppi, durante il sopralluogo in uno degli scenari più affascinanti della Brianza, sulle orme di Leonardo Da Vinci. Fu lui aconcepire nel Cinquecento le vie d’acqua che oggi Palazzo Lombardia e la Fondazione Riaprire i Navigli di Milano vorrebbero rimettere in funzione per produrre ricchezza. Cornate è snodo fondamentale dell’antico sistema di navigazione, inseritosi nel reticolo a fine Settecento, con il canale che parte dal lago di Como e arriva all’ombra della Madonnina.

Ieri come oggi, la via è sempre la stessa. «Riaprirla costerà 15 milioni», dice il sindaco Fabio Quadri, cicerone d’eccezione della delegazione. Dalle favolose centrali Esterle e Bertini, allo Stallazzo, passando per la Rocchetta. Fabrizio Cecchetti, vicepresidente del Consiglio regionale, è rimasto affascinato dagli scorci mozzafiato che regala questo scampolo di Adda, fra natura e cultura. Vestigia romane, macchie di vegetazione e cascate, amate dai canoisti. «I Navigli sono l’opera del futuro, in grado di rendere sostenibile la viabilità e soprattutto di promuovere e produrre turismo - ha detto alla fine del tour - Invito i lombardi a venire a godere della straordinaria bellezza storica e architettonica di questo luogo, con i suoi reperti archeologici e l’incanto del passaggio leonardesco. Le amministrazioni comunali stanno già facendo tanto per valorizzare questo patrimonio, è giunto il momento anche per noi di rimboccarci le maniche».

Pochi giorni fa, a larghissima maggioranza, il parlamento lombardo ha approvato una mozione per promuovere un Protocollo di intesa tra Regione e Palazzo Marino, che contenga come punto essenziale la dichiarazione congiunta di voler realizzare la riapertura dei canali e predisponga una proposta che possa dare il via a un Accordo di Programma per «l’opera strategica».

Cornate è inserita nel percorso. Il primo a volerlo è stato Roberto Biscardini, ex senatore socialista, consigliere comunale a Milano, fondatore e presidente del sodalizio «Riaprire i Navigli», nato nel 2012. Anche lui, mesi fa è venuto da queste parti per sponsorizzare la navigabilità dei corsi d’acqua fra hinterland e Brianza. «Un’esigenza primaria in un’epoca in cui stiamo morendo di inquinamento - spiega -. Riutilizzare i canali è un’idea di bellezza moderna». Messo per la prima volta sulla carta da Leonardo per conto di Francesco I di Francia dopo la battaglia di Melegnano nel 1515, la costruzione del Naviglio di Paderno fu finita solo nel 1777 da Maria Teresa d’Austria.

Presto, gli obiettivi militari di un tempo cederanno il passo a frotte di gitanti alla ricerca di emozioni. Prima fra tutte, godersi con i propri occhi gli sfondi della Gioconda e della Vergine delle Rocce. Leonardo il «cornatese» abitò sei anni a Vaprio, a Villa dei Melzi d’Eril, e si innamorò degli angolini che il fiume regala, oggi come allora, immutati. Tanto da fissarli per sempre sulle tele più famose del mondo.