Accoltellata alla testa dal fidanzato: "Mia figlia è possessiva, non ce l'ho con Roberto"

Parla la mamma della ragazza aggredita venerdì notte e ora in ospedale

Roberto Ruvolo e la sua fidanzata Veronica Rodi

Roberto Ruvolo e la sua fidanzata Veronica Rodi

Monza, 15 agosto 2017 - «Mia figlia è un po' possessiva. Nove anni fa suo padre, un violento, ci ha abbandonati e lei si attacca alle persone, non sopporta di perderle. Non credo che accetterà mai di lasciare Roberto, il suo fidanzatino».

Anche se l’ha accoltellata? «Lei dice che non è andata così, che è solo caduta dalle scale e continua a chiedere di lui, ogni secondo, mi chiama in lacrime, vorrebbe che la portassi a casa ma vorrei che prima vedesse uno psicologo. Abbiamo avuto una vita difficile, e lei - penultima dei miei 7 figli - mi è stata molto vicina». E quindi? «Non me la sento di colpevolizzare uno o l’altro dei due fidanzatini, entrambi hanno un carattere molto simile, sono tipi.. che non si fanno mettere i piedi in testa. E quindi litigavano un po’». Come sta? «Bene, si è ripresa... all’inizio temevano avesse un grumo di sangue in testa, ma la Tac lo ha escluso». Cinzia, la mamma di Veronica “Vera” Rodi, la ragazza di 23 anni accoltellata venerdì notte in via Poliziano dal suo fidanzatino di 21 anni, Roberto Ruvolo, scuote la testa.

Quella storiaccia è più complicata – o forse più semplice – di quanto possa apparire. Venerdì i due fidanzatini, che convivevano da qualche giorno perché la madre di lui era partita per le ferie, hanno un litigio furioso intorno alle 2 del mattino. Non è la prima volta, le urla sono un’abitudine, confermano i vicini. Ogni tanto carabinieri e poliziotti devono intervenire per rappacificarli. Quella notte però, al loro arrivo, i carabinieri trovano i corpi dei due giovani riversi sul pianerottolo. In una pozza di sangue. Lei ha una ferita alla testa, da coltellata. Lui, Roberto, si alza all’improvviso e si scaglia contro i militari: viene atterrato e ammanettato. Interviene anche il padre del ragazzo, che da poco si era insediato pure lui nell’appartamento, da cui in realtà era stato costretto a sloggiare da tempo, dopo la separazione dalla moglie e qualche problerma con l’alcol. Roberto Ruvolo viene arrestato per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Ma l’accusa potrebbe attenuarsi non appena avverrà la convalida davanti al magistrato.

«Mia figlia è ancora in ospedale – spiega mamma Cinzia – ma non è mai stata in pericolo di vita». Un amore tumultuoso... «E cosa vuole che le dica? – dice mamma Cinzia -: lei continua a cercarlo, non credo che si lascerano tanto facilmente. Sono maggiorenni e certo non sposso costringerli a farlo». Sembra un amore figlio anche della disperazione. «Non è mai stato facile a casa nostra. Non mi vergogno a dire che pur di dare da mangiare ai miei figli ho anche rubato».

Cinzia, 61 anni, oggi vive con 5 dei 7 figli ancora con sé, in una casa popolare del rione Cantalupo. Lavori saltuari, a volte miseria: «Sono venuta ad assistere mia madre, che tra l’altro è morta lo scorso aprile, e sono nella sua casa. Quando mi hanno sfrattato anni fa, io e mio figlio minore siamo stati ospitati per un po’ alla Cascina Cantalupo, ma mi toccava pagare 800 euro al mese... di soldi però non ne avevo abbastanza, il mio ex marito non mi ha mai dato un aiuto per mantenere i figli. E neppure i servizi sociali”. E adesso? «Speriamo che non tengano in galera Roberto... aveva un lavoro (meccanico) ed è un bravo ragazzo. E poi in fondo siamo un parenti». Come? «Sua mamma è la sorella di mia cognata...».