Profughi dai barconi a una mega villa per due: "Siamo infelici, vogliamo lavorare"

Dal Camerun, ospiti del Piccolo Gruppo di Cristo: "Non ci manca niente, è vero. Ma non possiamo fare niente"

Non tutti i profughi sono fortunati come i due di Desio

Non tutti i profughi sono fortunati come i due di Desio

Desio (Monza e Brianza), 9 dicembre 2016 - "Non ci manca niente, è vero. Ci danno tutto quello che vogliamo. Ma non abbiamo un lavoro e le tasche sono vuote". Si può avere a disposizione senza spendere un euro una casa da nababbi, con tutti i comfort e anche di più, ed essere infelici? Si può, se non hai un lavoro e, durante tutto il giorno, non sai che fartene di quel lusso.

Questa è la storia di due giovani profughi provenienti dal Camerun che, da un anno circa, vivono a Desio. In una enorme villa storica in pieno centro, in perfette condizioni, immersa in uno splendido giardino. Con sale da pranzo e cucine, salone per conferenze, sala lettura, wifi e quant’altro. Solo due ragazzi, con questa residenza da vip interamente a loro disposizione. A ospitarli è la Fondazione Città sul Monte, con il Piccolo Gruppo di Cristo, che qui – in via San Pietro – in pieno centro ma ben nascosta da muri e cancellate, ha il suo paradiso. "Ideale per ritiri, in autogestione o semi-autogestione, la casa del Piccolo Gruppo di Cristo durante l’anno si apre per accogliere gruppi parrocchiali, associazioni, famiglie e persone che desiderano un luogo per pregare e uno spazio di silenzio", è spiegato sul sito web di questa realtà, che si definisce "una comunità cattolica di cristiani comuni che, seguendo un cammino di formazione e di discernimento spirituale, cercano di aiutarsi reciprocamente a vivere i valori delle beatitudini evangeliche".

I due ragazzi hanno circa 25 anni. Appuntamento in piazza, ora di aperitivo. Arrivano con le borse pronte. Uno pratica judo e non stacca un attimo la cuffietta attaccata allo smartphone, l’altro gioca a calcio, in una squadra amatoriale della città, e sembra bramare più di ogni altra cosa "una squadra vera, dove allenarmi tutti i giorni, per fare il calciatore" "E anche mio fratello - fa l’altro, quello della cuffietta - gioca nella nazionale Cadetti in Camerun, ha 21 anni, è fortissimo, ti mando i video dei suoi gol su youtube".

Raccontano come vivono qui, cosa fanno e vorrebbero fare, ma non perché sono venuti in Italia: "No, queste sono cose personali". Il viaggio sul barcone, lo sbarco a Lampedusa, lo smistamento a Milano, poi Desio. Qui cercano di darsi da fare. La sera vanno a scuola alcune ore, vicino al parco. Poi, gli allenamenti, per tenersi in forma. Poco altro. "Io giro per Monza, Milano - racconta l’aspirante calciatore, con un già discreto italiano - adesso ho fatto un curriculum e lo porto in aziende e vari posti. Nel mio Paese ero tecnico delle telecomunicazioni, ma posso fare qualsiasi cosa, adesso è importante imparare bene la vostra lingua". L’altro non si sbottona. E quando gli chiedi se sono comunque fortunati, ad avere una casa così, mentre tante altre persone sono in mezzo alla strada, sorride. Poi, "però cosa ce ne facciamo? Non abbiamo soldi in tasca, non possiamo fare niente".