Brugola come Cucinelli: mille euro di più in busta per gli operai di Lissone

Premio deciso dall’azienda per i risultati raggiunti. Soldi che finiranno solo nelle tasche degli operai. «Nessun bonus è stato attribuito a me e ai dirigenti», precisa con orgoglio Egidio Brugola di Fabio Lombardi

Il vicepresidente della OEB, Egidio Brugola

Il vicepresidente della OEB, Egidio Brugola

Lissone (Monza e Brianza), 11 febbraio 2015 - Mille euro in più in busta paga per tutti gli operai. È la cifra, euro meno euro più, che le tute blu della Brugola si troveranno nello stipendio di marzo. Frutto del buon andamento dell’azienda, del premio di risultato concordato con i sindacati, ma non solo. La proprietà, con una mossa alla Brunello Cucinelli (il re del cachemire che nel 2012 fece grande notizia dividendo gli utili aziendali fra i propri dipendenti), ha infatti deciso di aggiungere altri 300 euro per ogni operaio «come iniziativa personale», spiega Egidio Brugola, vicepresidente del gruppo. «Come stabilito dagli accordi presi a fine 2013 per l’anno 2014 i dipendenti si troveranno nella busta paga di marzo 950 euro (lorde) previste dal premio di risultato che tiene conto di tutta una serie di parametri legati alla produttività», racconta il vicepresidente.

«A questa cifra abbiamo deciso di aggiungere altri 300 euro (lordi, che si tradurranno in circa 200 euro netti ndr) come riconoscimento per il lavoro e lo sforzo che ha contribuito alla crescita dell’azienda in questi ultimi anni». Soldi che finiranno solo nelle tasche degli operai. «Nessun bonus è stato attribuito a me e ai dirigenti», precisa con orgoglio Egidio Brugola che non avrebbe voluto dar troppa pubblicità all’iniziativa ma che è stato convinto prorio da un suo operaio: «Questa cosa merita di andare sui giornali». Dei 310 addetti della OEB (Officine Egidio Brugola), 270 sono gli operai di Lissone, unica fabbrica del gruppo in Italia.

Un'eccezione in un panorama in cui, negli ultimi anni purtroppo, a fare notizia in molte imprese brianzole e italiane sono stati i licenziamenti e la cassa integrazione. Dal 2009 in poi, dopo un biennio in cui i fatturati sono stati in calo (-1,7 milioni nel 2008 e -3 milioni nel 2009), la Brugola ha iniziato una progressione impressionante. Il giro d’affari è così balzato dai 62 milioni del 2009 agli 83 dell’anno successivo per poi arrivare a 100 nel 2011, 108 milioni nel 2012, 121 nel 2013, attestandosi a 126 milioni di euro dell’ultimo esercizio «e contiamo ragionevolmente di arrivare a 130 milioni quest’anno», aggiunge incrociando le dita Egidio Brugola. Numeri che negli ultimi 2 anni hanno permesso di fare assunzioni. «Abbiamo incrementato la forza lavoro del 10 per cento passando da 280 a 310 dipendenti».

Dalla fabbrica di Lissone sono uscite nel 2014 un miliardo e 650mila viti (oltre 40mila tonnellate d’acciaio lavorate) distribuite in tutto il mondo per case automobilistiche del calibro di Ford, Volksvagen e Renault. Un successo nato nel 1945 quando Egidio Brugola brevettò le viti a testa scavata da una sezione esagonale. Viti che sono state negli anni perfezionate dal figlio Giannantonio, attualmente ancora presidente, e ora dall’omonimo nipote Egidio. Viti che sino ad ora sono state sempre e interamente realizzate nell’unica fabbrica del gruppo, a Lissone. Ma da fine mese qualcosa cambierà. La OEB aprirà il primo impianto fuori dalla Brianza. «A marzo partirà la produzione a Detroit dove lavoreranno 60 persone. Una decisione che abbiamo preso per far crescere ulteriormente l’azienda e che non intaccherà i livelli produttivi e l’occupazione a Lissone», spiega il vicepresidente.

fabio.lombardi@ilgiorno.net