Diossina nei terreni di Pedemontana, sindaci alla Regione: "Nessuna decisione senza noi"

Le analisi confermano la presenza dei veleni lungo tutto il tracciato della futura autostrada

I carotaggi di giugno

I carotaggi di giugno

Monza, 19 ottobre 2016 - L'allarme rimane. La diossina non è scomparsa dai terreni avvelenati quarant’anni fa, anzi. E, quel che è peggio, è che "la contaminazione residua derivante dall’incidente Icmesa comprende tutta l’area interessata dalla realizzazione della Pedemontana".

A dirlo, dati alla mano, sono i sindaci dei Comuni delle tratte B2 e C a pochi giorni dall’incontro tecnico nel quale sono stati presentati i risultati del piano di caratterizazione che tra maggio e giugno ha portato al prelievo di 642 campioni del terreno nell’area interessata dal cantiere autostradale. I dati vanno interpretati, ma i primi risultati sono chiari: le ruspe di Pedemontana non avranno vita facile in questa zona. La stessa Arpa ha chiesto un supplemento di indagine su alcuni campioni, mentre i sindaci, allarmati dall’ipotesi di un rimescolamento dei veleni nell’aria durante i lavori di cantiere, hanno chiesto alla Regione una conferenza dei servizi.

Nei giorni scorsi Apl ha consegnato ai Comuni tutti i documenti: la relazione di accompagnamento che comprende i referti analitici di ogni singolo campione, le relative tavole e il rapporto di commento dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

"La corposa documentazione conferma sostanzialmente quanto le amministrazioni comunali hanno sempre sostenuto", scrivono in un comunicato Piermario Galli, sindaco di Barlassina; Paolo Butti, sindaco di Seveso; Gigi Ponti, sindaco di Cesano Maderno nonché presidente della Provincia di Monza e Brianza; Giuliano Soldà, primo cittadino di Bovisio Masciago; e Roberto Corti, sindaco di Desio. È infatti la stessa società ad affermare che "le analisi effettuate hanno evidenziato, in corrispondenza di aree che saranno interessate dal progetto della futura autostrada, condizioni di esubero dei limiti previsti per il parametro diossine sia per aree a destinazione verde/residenziale nella zona B, che in aree a destinazione d’uso industriale".

Nella zona B, infatti, il limite previsto dalla legge rispetto alle concentrazioni di diossina presenti nei campioni è stato superato per circa il 40 per cento, ma si sono rilevati superamenti anche in zona A, nelle aree attigue al sedime della Milano-Meda ed in zona R. Di qui la decisione dei sindaci di scendere in campo per ribadire quanto già più volte affermato anche a Palazzo Lombardia: "Nessun intervento potrà essere effettuato senza un adeguato e condiviso consenso delle amministrazioni comunali".

Non solo: alla luce dei risultati, i sindaci chiedono "che vengano effettuati gli approfondimenti richiesti da Arpa nel suo rapporto di commento alle analisi, per una corretta definizione del modello concettuale della contaminazione, consistenti in ulteriori analisi dei campioni prelevati oppure l’effettuazione di nuovi sondaggi". Proprio la mobilitazione dei Comuni a nome dei propri cittadini e su sollecitazione degli ambientalisti ha portato alla realizzazione del nuovo piano di caratterizzazione per integrare i dati del 2008. Già allora le analisi nei punti dove il tracciato di Pedemontana interseca le zone A, B ed R del disastro Icmesa del 1976 avevano evidenziato 52 superamenti dei limiti di legge, di cui 10 superamenti del limite industriale per la diossina esattamente sul tracciato dell’autostrada e delle previste viabilità di accesso e di connessione.

E ora sindaci chiedono nuove garanzie: "Ogni fase dovrà obbligatoriamente coinvolgere i Comuni, visto che gli ultimi dati hanno evidenziato come non fossero sufficienti, per la tutela dei cittadini in particolare, proprio le analisi del 2008 come invece sempre sostenuto dalla società incaricata di realizzare l’autostrada con, almeno inizialmente, l’avvallo di Regione Lombardia".