Pedemontana ha un nuovo cda, ma per tre mesi

I traghettatori dovranno approvare il bilancio del dopo Strabag

Il cantiere di Pedemontana in Brianza

Il cantiere di Pedemontana in Brianza

Monza, 9 febbraio 2018 - Nuovo cambio della guardia ai vertici di Pedemontana.

Dopo il terremoto che ha portato alla rottura del contratto con Strabag, il colosso austriaco delle costruzioni che si era aggiudicato l’appalto del secondo lotto dei lavori dell’autostrada, e alle dimissioni del presidente subentrato ad Antonio Di Pietro, l’ex colonnello della Guardia di Finanza e top manager Federico D’Andrea, l’assemblea degli azionisti ha nominato i nuovi consiglieri di amministrazione.

Si tratta dell’architetto Fabio Saldini, una figura conosciuta in Brianza, dove è stato estensore del piano d’area, dell’avvocato Elena di Salvia, e di Antonio Franchitti, 75 anni, commercialista e revisore legale, già sindaco di Pedemontana, ora nominato presidente.

Il nuovo cda ha un mandato a termine: tre mesi, il tempo necessario per approvare il bilancio e guardare in prospettiva a una nuova gara, che potrebbe essere già bandita entro l’estate.

Dopo il “licenziamento” di Strabag, con la quale è in corso un contenzioso che neppure l’ex ministro Antonio Di Pietro è riuscito a chiudere con una transazione nell’anno della sua presidenza (il colosso austriaco, titolare di un contratto da 1,5 miliardi, ha presentato riserve per circa 3 miliardi di euro), l’obiettivo è quello di andare a una nuova gara. Magari stralciando gli ultimi chilometri, la cosiddetta tratta D, che collega il Vimercatese a Bergamo, risparmiando così almeno 1 miliardo di euro. Un’ipotesi, quella di un ridimensionamento del progetto attestando Pedemontana a Vimercate e collegandola col sistema autostradale esistente, caldeggiata anche dal candidato governatore del centrosinistra Giorgio Gori e che potrebbe preludere a un accordo politico, visto che al momento in Regione a difendere il megaprogetto originario, lievitato a 5 miliardi di costo, c’è solo il centrodestra e Roma, dopo averci messo 1,2 miliardi, ha chiuso i rubinetti. Proprio la Regione è tornata di recente in soccorso di Pedemontana sostituendo il prestito bancario in scadenza con un mutuo da 200 milioni che ha permesso alla società Apl di superare l’ostacolo della richiesta di fallimento.