Vandali e incivili in azione, danni al Parco di Monza

Gente che lava i cani nei bagni pubblici, ragazzi che rovinano il sottobosco per creare piste per mountainbike

Cani lasciati senza guinzaglio

Cani lasciati senza guinzaglio

Monza, 21 febbraio 2018 -  Non tutte le bestie del Parco hanno quattro zampe. Ce ne sono alcune con due ruote, si muovono in gruppetti soprattutto nei fine settimana, e quando individuano un bosco adatto alle loro esigenze, si mettono a scavare, a tagliare rami e a ripulire il sottobosco per realizzare terrapieni e rampe su cui lanciarsi a tutta velocità, fare gare e salti.

Ci sono poi esemplari accompagnati da cani di piccola taglia, o comunque di dimensioni ritenute sufficienti a stare in un lavandino, che dopo aver passeggiato per prati e sentieri trovano comodo fermarsi nei bagni pubblici riservati ai disabili presenti a Villa Mirabello per ripulire pelo e zampe infangate del proprio animale.

Non mancano quelle che tentano di fare razzie di ogni cosa in varie strutture presenti nel Parco, fino anche a scardinare i sanitari dei bagnetti a Porta Biassono per rubarli. Mentre le più diffuse sono quelle che hanno comportamenti guidati dall’istinto per l’ambiente naturale del “tanto siamo all’aperto e nel verde” e quindi si può far fare tutto ai cani, a cui sparisce il guinzaglio appena varcate le mura del Parco, lasciandoli poi anche arare e concimare i prati perché, appunto, è tutto naturale.

Invece attorno al laghetto della Villa Reale talvolta si trovano quelle che si prodigano per fornire una dieta varia ai tanti uccelli acquatici presenti, lanciando loro dal pane, agli snack, alla frutta, come le arance che in questo periodo sono rimaste a galleggiare per giorni sullo specchio d’acqua perché, forse, non sono state troppo gradite dalle anatre.

Il Parco di Monza è un ambiente fragile, già da tempo compromesso sia per fattori naturali come malattie o parassiti ricorrenti per varie specie di alberi o cambiamenti nelle stagionalità come per esempio le annate di siccità che danneggiano le querce, sia anche per questioni gestionali dovute alle scarse risorse pubbliche che da decenni sono destinate alla cura e manutenzione dei 720 ettari verdi e delle sue strutture interne.

E poi, seppure in modo non sistematico, a contribuire a compromettere l’equilibrio di un ambiente unico e storico, realizzato nel 1805 unendo elementi naturali con altri artificiali, ci sono i comportamenti di utenti che non rispettano i regolamenti (che ci sono) per frequentare il Parco, e che sfumano nei diversi gradi di maleducazione, inciviltà fino pure agli illeciti.

Sono terminati lunedì gli interventi dei tecnici del Parco per rimuovere la pista per mountain bike che un gruppo di appassionati di cross sulle due ruote ha realizzato negli scorsi fine settimana nel bosco a fianco a villa Mirabellino che degrada fino ai prati a nord est dell’ex Ippodromo.

Hanno scavato nel sottobosco per tracciare i percorsi e quindi, aggiungendo rami strappati dagli alberi e anche usando un cestino tolto dalla strada, hanno alzato le rampe su cui fare salti ed evoluzioni.

Succede una decina di volte l’anno che debba intervenire un idraulico, oltre agli addetti delle pulizie, per sistemare e sturare il lavandino del bagno per i disabili nel cortile degli Stalloni a Villa Mirabello.

È l'unico con l’acqua calda nel parco e viene usato da alcuni per lavare i cani una volta finita la passeggiata.

Sulla gestione dei cani poi le stesse regole che sono in vigore nei luoghi pubblici in città valgono anche all’interno del parco, con pure qualche accortezza in più da avere sia per gli altri utenti sia per l’ambiente stesso visto che le deiezioni dei cani, oltre a sporcare anche nei prati, sono fitotossiche.

Poi anche ladri e disperati talvolta frequentano il parco e cercano di portare via qualunque cosa possa avere un valore, mentre la buona abitudine generale di non dare da mangiare agli animali vale anche per gli uccelli acquatici della Villa Reale e non tanto per anatre e cigni, a cui viene già dato il giusto mangime dagli addetti del parco, quanto per la pulizia del laghetto stesso dentro cui finisce di tutto e lì resta.