Un milione a messa nel Parco, il Papa: "Oggi si specula sulla povertà" / FOTO E VIDEO

Parole forti, e Francesco è accolto da rockstar

CERIMONIA Il Santo Padre  ha celebrato la messa a Monza

CERIMONIA Il Santo Padre ha celebrato la messa a Monza

Monza, 26 marzo 2017 - «Oggi si specula sui poveri e sui migranti, si specula sui giovani e sul loro futuro, sulla vita, sul lavoro e sulla famiglia. Se continuano ad essere possibili la gioia e la speranza cristiana non possiamo, non vogliamo rimanere davanti a tante situazioni dolorose come meri spettatori che guardano il cielo aspettando che smetta di piovere». Sotto il sole di Monza, davanti al milione di fedeli raccolti sui 40 ettari dell’ex ippodromo del parco, papa Francesco risveglia quella «gioia che diventa solidarietà, ospitalità». Viene accolto come una rockstar. Gli applausi, il bagno di folla al passaggio della papa mobile, i novemila coristi. La parola rivolta agli ultimi, nel giorno dell’Annunciazione. Quella di Gesù che «avviene in un luogo sperduto della Galilea, in una città periferica e con una fama non particolarmente buona, nell’anonimato della casa di una giovane chiamata Maria». Un contrasto che, spiega il pontefice, «ci segnala che il nuovo tempio di Dio avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia». E davanti allo smarrimento «in tempi così pieni di speculazione», in questo «ritmo vertiginoso a cui siamo sottoposti che sembra rubarci la speranza» il papa, la voce stanca, parla delle «situazioni che sembrano renderci insensibili di fronte alle innumerevoli sfide».

Quelle stesse sfide di cui ha parlato anche in mattinata in Duomo a Milano, quelle che «ci aiutano a far sì che la nostra fede non diventi ideologica». E allora per non perdere il tempo per la famiglia, il tempo per la comunità, per l’amicizia, per la solidarietà e per la memoria», per «non rimanere prigionieri di discorsi che seminano fratture e divisioni», «tre sono le chiavi che l’Angelo ci offre per aiutarci ad accettare la missione che ci viene affidata»: evocare la memoria che è il migliore antidoto di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell’estraniamento, l’appartenenza al popolo di Dio chiamato a ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e creatività, e la possibilità dell’impossibile, perché «quando ci disponiamo a lasciarci aiutare, a lasciarci consigliare, quando ci apriamo alla grazia, sembra che l’impossibile incominci a diventare realtà». Monza lo ascolta in religioso silenzio. Lo applaude, lo saluta con un abbraccio simbolico e lo ringrazia per voce del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano: «È una giornata densa di grazia, i gesti che lei ha compiuto – dice Scola rivolgendosi al Santo Padre - ci offrono una significativa prospettiva per l’evangelizzazione di questa nostra metropoli lombarda. In particolare l’abbraccio ai più poveri, agli immigrati, il paziente saluto ad uno ad uno a tutti i carcerati, il pranzo con loro, ci ricordano anche di pregare per le vittime del tragico attentato di Londra, per i loro cari e anche per due detenuti che l’altro ieri si sono tolti la vita proprio qui nel carcere di Monza». E «come espressione di gratitudine per la sua visita, oltre a un segno per la carità del papa, da oggi consegniamo 55 appartamenti per altrettante famiglie in difficoltà, acquisite dalla Diocesi e restaurate».