Giallo di Ornago, la sindaca: "Non lasceremo mai più da solo Paolino"

La sindaca Giovanna Ronco dopo gli esiti dell'autopsia che non hanno rilevato segni di morte violenta sulle due donne trovate morte in casa di Paolino Villa

Omicidio di Ornago, nel riquadro Paolo Villa

Omicidio di Ornago, nel riquadro Paolo Villa

Ornago (Monza Brianza) 22 febbraio 2018 - Paolino va verso la scarcerazione? Ornago si prepara ad aiutarlo. «Non lo lasceremo solo». Giovanna Ronco, sindaca del piccolo centro brianzolo, sotto choc da quando sono stati ritrovati i cadaveri di Amalia e Marinella, parla per tutti. «Ci sono due profili in questa vicenda che vanno tenuti separati. Se per qualunque ragione l’ex assessore dovesse tornare a casa, ci faremo carico della sua situazione. Noi ed esperti, perché è evidente che siamo di fronte a un disagio profondo". Ronco parla con dolcezza, senza venire meno però alle responsabilità di buon amministratore. "Abbiamo una sola assistente sociale, non potremmo occuparci del caso da soli. Le nostre forze non ce lo permettono. E, poi, c’è un problema di competenze".

Diverso il discorso sull’aspetto umano. "Saranno in tanti a farsi avanti per dargli una mano, come lui ha fatto per tutta la vita con tutti. I nostri volontari sono pronti a rimboccarsi le maniche. Ma qui non si tratta di fare compagnia. Serve altro". Se Paolino non c’entrasse con la morte delle donne con cui abitava da anni, come sostiene da quando si sta rendendo conto che la sorella e la nipote non ci sono più, bisognerebbe comunque fare i conti col fatto che ha convissuto per giorni con i loro corpi in camera da letto senza lanciare l’allarme. "Forse, quando le ha viste si è bloccato», prova a spiegare la sindaca. Lui ripete che l’ultima volta che è uscito di casa dormivano. Certo non stava bene, e se una serie fortuita di eventi non si fossero concatenati portando alla macabra scoperta, chissà cosa sarebbe successo. La doppia autopsia ha riaperto il giallo, tratteggiando un altro scenario possibile, diverso dal duplice omicidio, di cui Paolino resta indiziato. Un movente alternativo potrebbe reggere la tragica sequenza, che a Ornago, per la verità, era parso da subito come più in linea con la storia del fratello-zio paladino della comunità.

"Nessuno di noi sa cosa sia successo fra quelle mura, ma è difficile credere che Paolino abbia potuto scagliarsi contro le due donne. Spesso, i processi di piazza si rivelano infondati. Meglio non trarre conclusioni affrettat"», insiste Ronco. I Ris e i patologi diranno presto se il primo cittadino ci ha visto bene. Secondo lei il ritratto dipinto in questi giorni «non è quello del Paolino che tutto il paese ha conosciuto" e che, adesso, è pronto a stargli vicino.