Solaro, trovato morto nel box. Sconvolti i vicini: "Un uomo solo, ombroso e taciturno"

Proseguono le indagini dei carabinieri di Desio del capitano Mansueto Cosentino sull'omicidio del 54enne Michelangelo Redaelli

Il palazzo nel quale viveva Michelangelo Redaelli

Il palazzo nel quale viveva Michelangelo Redaelli

Solaro (Milano), 27 dicembre 2017 - Mentre i carabinieri di Desio del capitano Mansueto Cosentino cercano chi ha tagliato la gola del 54enne Michelangelo Redaelli nel garage della sua abitazione di via Parini al civico 1, i vicini di casa sono senza parole. "Io vivo in questa casa da anni e onestamente più che ’buongiorno’ o ’buonasera’ non ci scambiavamo – spiega un vicino - . Era un tipo un po’ particolare e riservato. Ma che mai avrà combinato per finire in quel modo? Era quasi la mezzanotte tra venerdì e sabato e si sentivano sirene a tutto spiano. Io ho un camion e quindi ho pensato ad un incendio ai box. Sono corso giù e c’erano vigili del fuoco e carabinieri e mi hanno chiesto di allontanarmi, poiché vi era un uomo morto. Abbiamo atteso in molti per strada e alla fine abbiamo scoperto che proprio il signor Michele, era stato ucciso nel suo garage. Per il resto non saprei che altro aggiungere".

Single, precedenti per spaccio, viveva al piano terra di una palazzina da solo. I genitori sono morti, vivevano a Limbiate . L’uomo a detta dei vicini non aveva un lavoro fisso ed era sempre solo. "Era una persona riservata ma gentile – spiega un altro condomino di una delle otto palazzine a quattro piani con mattoncini a vista e infissi in noce -. Ultimamente era piuttosto ombroso e di poche parole. Ma non hai mai fatto nulla di strano e neppure il suo appartamento al piano terra era frequentato. Era una persona solitaria".

In realtà Michelangelo Redaelli, conosciuto come Michele, era noto più che altro nel passato. "Ho sentito la notizia e mi è spiaciuto moltissimo – spiega un 44enne cesanese –. Siamo stati colleghi alla Lineager di Bovisio Masciago, negli anni ’90 . L’azienda, ormai chiusa da anni, realizzava sedute per ufficio e lui era nel reparto tappezzeria. Era una brava persona, sempre riservato, ma gentile con tutti. Non ha mai avuto problemi. Poi ci siamo persi di vista ho saputo che era stato arrestato per spaccio. Dopo la galera era tornato in un’altra ditta a fare il tappezziere. Stare in carcere cambia le persone, lui non pareva più lo stesso. Era diventato ancora più introverso. Da anni non sapevo nulla di lui. Poi la macabra scoperta e sono dispiaciuto, per la persona che ho conosciuto venti anni fa".