Duplice omicidio di Ornago: Paolo Villa dal carcere all'ospedale

Il pensionato accusato dell’omicidio di sorella e nipote ha iniziato a dissociarsi dalla quotidianità

Paolo Villa in una foto del 2009

Paolo Villa in una foto del 2009

Ornago (Monza Brianza), 21 febbraio 2018 - Trasferito dal carcere di Monza al reparto di psicologia clinica di Villa Serena. Da lunedì sera Paolo Villa, il 75enne ex assessore di Ornago indagato di duplice omicidio volontario per la morte della sorella Amalia, 85 anni e della nipote Marinella Ronco, 52 anni, si trova piantonato in un letto dell’ospedale San Gerardo. Madre e figlia sono state trovate senza vita nell’appartamento in via Santuario 29 a Ornago dove viveva anche il pensionato. Che ora, a una decina di giorni dal suo fermo, inizia ad accusare il colpo della loro defintiva scomparsa e delle pesanti contestazioni che gli sono rivolte. La sorella Amalia era l’unica parente che gli era rimasta al mondo. E gli inquirenti ritengono che sia stato lui ad ucciderla e ad uccidere anche la sua unica nipote. Ma lui continua a dire che non sa nulla di quelle due morti. Paolino non sta bene, ha iniziato a chiudersi in se stesso, a diventare introverso, a rifiutare il contatto con la quotidianità. Per questi motivi la direzione della casa circondariale di via Sanquirico ha deciso il trasferimento dalla cella a Villa Serena, dove i medici hanno maggiori strumenti per dargli sostegno.

Un temporaneo ricovero che potrebbe iniziare a permettere agli esperti di sondare la mente del 75enne, che pare stesse già attraversando un periodo di lento ma inarrestabile declino personale dopo gli onori di una vita attiva spesa per il volontariato, smettendo di curare la sua salute e il suo aspetto, ed esagerando con l’assunzione di sostanze alcoliche. Anche se lui nega tutto. «Non è vero che bevevo troppo, solo qualche aperitivo con gli amici», sostiene Paolino che, in merito a quello che è accaduto nell’appartamento, finora si è limitato a dire: «Non so niente della morte di Amalia e Marinella, quando sono uscito dormivano».

Adesso che sta prendendo coscienza del fatto che entrambe non ci sono più, dovrà spiegare perché è rimasto per giorni in casa con due cadaveri e se è stato lui a pulire il sangue dal pavimento della camera da letto e dal coltello riposto in cucina. Domande a cui in parte potranno dare una risposta gli accertamenti tossicologici e istologici eseguiti su madre e figlia, dopo che le autopsie hanno fatto emergere anche un’ipotesi alternativa al duplice delitto. E anche quelli dei carabinieri del Ris. Intanto la difesa del pensionato si sta muovendo per ottenere la scarcerazione.