Giussano: uccise i due figli di 9 e 2 anni, ultima carta per evitare l'ergastolo

In Cassazione tenterà la strada del disturbo della personalità

Il duplice omicidio è avvenuto nel febbraio 2014

Il duplice omicidio è avvenuto nel febbraio 2014

Giussano (Monza Brianza), 19 dicembre 2016 - Prevista a ridosso del Natale la sentenza definitiva per Michele Graziano. È stata infatti fissata per mercoledì l’udienza del ricorso davanti alla Corte di Cassazione presentato dagli avvocati Antonino De Benedetti e Michele Memola, difensori del cassiere di supermercato di 38 anni che nel febbraio 2014 ha ucciso i due figlioletti Elena, di 9 anni e Thomas, di 2 anni, avuti da due diverse relazioni sentimentali naufragate, tentando poi di suicidarsi con lo stesso coltello.

I legali vogliono giocare anche l’ultima carta per tentare di scardinare la condanna all’ergastolo inflitta in primo e secondo grado, chiedendo che all’imputato venga concessa l’attenuante della seminfermità mentale o quantomeno quella del disturbo della personalità, con l’obiettivo di aprire la strada a un futuro percorso di riabilitazione per il cassiere, impossibile invece con la conferma di un "fine pena mai". Michele Graziano, ancora detenuto in carcere, ma nel frattempo trasferito da Monza a Pavia, è stato condannato al massimo della pena per omicidio volontario plurimo aggravato dallo stato di parentela con le due piccole vittime, nel processo con il rito abbreviato dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Claudio Tranquillo. Il gup non aveva ritenuto sussistente la premeditazione chiesta dalla pubblica accusa (in quanto il papà aveva chiesto a sua madre di preparare qualcosa di leggero per cena ai nipotini perché Thomas era stato poco bene di stomaco) ma aveva ritenuto il fatto «di estrema gravità» e non aveva concesso all’imputato neanche le circostanze attenuanti generiche nonostante il cassiere risultasse incensurato, non calcolando quindi alcuno “sconto” sulla pena. Nessuna attenuante neanche per la seminfermità mentale perché, secondo il perito psichiatrico nominato dal giudice, Michele Graziano era sano di mente quando ha ucciso i due figlioletti nella cameretta della casa di Giussano dove aveva abitato con Valentina Neri e il piccolo Thomas fino alla rottura della loro relazione.

Il consulente della difesa aveva invece ritenuto sussistente la seminfermità mentale per la depressione causata dal fatto di aver visto fallire ben due progetti familiari. «Ho ucciso i miei figli per stare finalmente tutti insieme in un’altra vita<WC>» <WC1>aveva dichiarato il cassiere. I difensori di Michele Graziano avevano chiesto che al 38enne venisse almeno riconosciuta l’attenuante del disturbo della personalità, comunque individuato dallo psichiatra nominato dal giudice, secondo cui il cassiere ha bisogno di «essere controllato a vista» perché rischia «atti lesionistici nei confronti di altri e di se stesso». Assolutamente contrari alla concessione di qualsiasi attenuante, invece, le mamme e i familiari di Elena e Thomas, secondo cui solo con l’ergastolo «giustizia è stata fatta». Anche la Corte di Appello ha confermato in toto la sentenza monzese.