Omicidio di Cogliate, il movente nel telefonino di Marco

Un esperto incaricato dalla Procura dovrà decriptare i contenuti dello smartphone dell'uomo ucciso a martellate dalla compagna

La casa in via Mascagni dove è avvenuto il delitto

La casa in via Mascagni dove è avvenuto il delitto

Cogliate (Monza Brianza), 11 gennaio 2018 - Un perito per leggere i contenuti dello smartphone di Marco Benzi e del dispositivo per le registrazioni che la convivente gli aveva istallato prima di ucciderlo nel sonno a martellate. Lo ha nominato il pm della Procura di Monza Alessandro Pepè per verificare cosa possa esserci di concreto nei sospetti che la donna aveva iniziato a nutrire sul 43enne che da due anni viveva insieme alla 37enne e i due figli più piccoli di 10 e 12 anni della donna nell’appartamento di Cogliate teatro della tragica vicenda. Si cercano eventuali riscontri al racconto di Sabrina Amico, che sostiene di avere ucciso Marco Benzi perché sospettava (dopo avere istallato un dispositivo sul telefonino dell’uomo che eseguiva registrazioni) che avesse attenzioni morbose nei confronti dei suoi figli e anche comportamenti inadeguati con gli animali di casa. due cani e una gatta amati come componenti della famiglia.

La 37enne temeva anche che il convivente avesse ripreso a fare uso di droga (complice un sacchetto trovato in casa e buttato, che invece lui pretendeva gli venisse restituito). Per questo Sabrina voleva che se ne andasse da casa, ma era convinta che non sarebbe stato facile, tanto che aveva già chiesto e ottenuto dalla mamma la disponibilità a essere accolta con i figli a casa sua. Invece ha finito per uccidere il convivente nel sonno, tentando, prima di usare un coltello e pure di strangolando, poi infierendo su di lui con un martello. I primi esiti dell’autopsia eseguita sul cadavere del 43enne parlano, infatti, non di uno ma di diversi colpi di oggetto contundente alla testa dell’uomo, tra cui quello mortale alla tempia che non gli ha lasciato scampo.

Intanto continuano le indagini dei carabinieri della Compagnia di Desio per ricostruire gli ultimi mesi della vita della coppia prima del terribile epilogo della loro storia sentimentale ed approfondire l’esposto per presunti maltrattamenti in famiglia presentato da un vicino di casa – agente di polizia penitenziaria – che li sentiva spesso litigare e distingueva le urla di Marco Benzi mentre inveiva nell’abitazione contro la donna e i bambini, con sottofondo di rumori di oggetti infranti. Una segnalazione giunta alla Procura di Monza, che aveva aperto un fascicolo penale, delegando accertamenti non ancora partiti e che ora assumono un risvolto ancora più inquietante perché senza ritorno, con un uomo morto e la compagna indagata di omicidio volontario premeditato. Le condizioni di salute di Sabrina Amico in carcere sono migliorate con le cure a cui è stata sottoposta dopo lo stato delirante in cui è stata trovata dopo il delitto e non è escluso che nelle prossime settimane possa essere sottoposta a una perizia psichiatrica.