Morbillo, in Brianza è emergenza. Da 11 casi a 126 in soli 12 mesi

Mai negli ultimi 15 anni si era registrato un simile picco

 Le vaccinazioni sono diventate obbligatorie

Le vaccinazioni sono diventate obbligatorie

Monza, 25 giugno 2017 - «Se ci fossero soggetti, soprattutto bambini, che per ragioni mediche o altre controindicazioni, non possono essere vaccinati, ecco che una valida immunità di gregge tutela anche loro. Anche questi bambini hanno diritto di essere protetti e lo saranno se i soggetti loro attorno sono vaccinati», la linea dell’Ordine dei medici di Monza e Brianza. Ma la tragedia del bimbo leucemico di 6 anni morto all’ospedale San Gerardo per complicanze da morbillo, confermano che la copertura dei vaccini non é completa.

Del resto sono anche i numeri a fotografare una situazione che impone un intervento deciso: nei primi quattro mesi dell’anno sono stati registrati 126 casi di morbillo in Brianza. Mentre nello stesso periodo del 2016 erano 11, l’anno precedente 13 e nel 2014 18. E comunque mai, negli ultimi 15 anni si era registrato un simile picco. Soltanto nel 2002 la malattia era stata diagnosticata in 109 pazienti. Una recrudescenza dovuta a un’unica causa: «Ben 117 dei malati non erano mai stati vaccinati contro il morbillo, in linea con il dato nazionale che mostra circa il 90% di non vaccinati, rispetto al totale dei malati, per l’anno in corso», spiegano dal Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats Brianza (che comprende le province di Monza e Lecco).

In particolare, il morbillo ha colpito 6 persone nel Lecchese, 29 nel Monzese e 91 nel Vimercatese, per la maggior parte bambini sotto i 4 anni di età o adulti fra i 30 e i 34 anni. Fra loro, sono state segnalate complicanze in polmonite (in 4 casi con insufficienza respiratoria), epatite, otite, problemi intestinali e stomatite, ma in nessun caso si è riscontrata encefalite, la più temuta delle forme gravi. Tant’è che soltanto per 23 dei pazienti è stato necessario il ricovero, mentre per altri 13 l’accesso al pronto soccorso. Delle 117 persone non immuni al morbillo, invece, 9 hanno contratto la malattia, benché fossero state vaccinate subito dopo il contatto con un ammalato: la vaccinazione post-esposizione non ha potuto evitare la malattia, ma ha sicuramente contribuito a evitare possibili complicanze. «I dati provinciali confermano la persistenza della circolazione del virus del morbillo dovuta al mancato raggiungimento della copertura vaccinale di almeno il 95% dei bambini fino a 24 mesi di età, percentuale indicata dagli esperti come soglia minima per fermare la circolazione del virus nella popolazione. Sappiamo che questo dato è legato sostanzialmente al crescente numero di genitori che rifiutano la pratica vaccinale, nonostante le evidenze scientifiche consolidate sul valore positivo delle vaccinazioni e sulla loro sicurezza».