Milano-Meda, la strada di nessuno. I vecchi cavalcavia passati ai raggi X

Buche e guard rail a pezzi. Ora le ispezioni per scongiurare crolli

Traffico sulla Milano-Meda

Traffico sulla Milano-Meda

Monza, 6 novembre 2016 - Ponti sotto la lente di ingrandimento lungo il tratto brianzolo della Milano-Meda. Lo prevede la Provincia di Monza e Brianza, che a marzo ha deciso di farsi carico della «strada di nessuno», la ex Statale 35 dei Giovi, inaugurata nel lontano 1958 e abbandonata a se stessa negli ultimi anni. Le manutenzioni sono rimaste ferme da tempo sui 9,5 chilometri del tratto brianzolo (26 se si considerano svincoli, pertinenze, tombini e ponti), in attesa del passaggio di competenza dalla Provincia (prima quella di Milano, poi quella di Monza) a Regione e Apl, la società che dovrà realizzare Pedemontana proprio sul tracciato della vecchia superstrada.

Il passaggio, dato per imminente, in realtà è slittato a mano a mano che crescevano le incertezze sul futuro del cantiere autostradale, ma l’assenza di cura di questi anni ha reso la strada ad alto rischio, con i suoi otre 60mila automobilisti al giorno costretti a muoversi fra code (aumentate con l’arrivo di Pedemontana a Lentate sul Seveso), erbacce, guardrail rotti, illuminazione guasta, ponti bassi e arrugginiti e voragini nell’asfalto.

A sollecitare un intervento sulla sicurezza da parte di Pedemontana è intervenuta nei mesi scorsi persino la Prefettura di Monza, che ha imposto ad Apl (società Autostrada Pedemontana

Uno scorcio di Milano-Meda, con lavori in corso
Uno scorcio di Milano-Meda, con lavori in corso
Lombarda) il pagamento di lavori di urgenza per 80mila euro, mentre il presidente della Provincia Gigi Ponti, dopo avere spaccato il salvadanaio di via Grigna per riuscire almeno a tagliare l’erba in collaborazione con i Comuni della zona, ha deciso di rompere gli indugi.

In attesa di una parola fine sulla sempre più complicata vicenda Pedemontana - bloccata dopo l’apertura della tratta Lomazzo-Lentate dall’assenza di risorse e dal problema dell’attraversamento dei terreni contaminati dalla diossina - Ponti ha annunciato la presa in carico della strada. «Avrebbe già da tempo dovuto passare ad Apl - dice Ponti -. Quello della Provincia è un atto di responsabilità nei confronti di tanti automobilisti che ogni giorno percorrono la strada. Tutto ciò nonostante le difficoltà finanziarie».

Gigi Ponti
Gigi Ponti

Ma la sicurezza non può attendere i tempi incerti del cantiere autostradale. Così la Provincia ha deciso di portarsi avanti e di effettuare entro la fine dell’anno una serie di verifiche ispettive di primo livello con le ultime risorse, rimediate dai ribassi su altre gare d’appalto.