1946, quando i soldati inglesi uccidevano i ladri del Parco

Un episodio dimenticato accaduto nell'immediato Dopoguerra all'Autodromo

Soldati inglesi e ladri all'autoparco

Soldati inglesi e ladri all'autoparco

Monza, 5 dicembre 2016 - MARZO E APRILE 1946. La guerra è terminata da poco. E sono anni duri e di miseria quelli in cui è appena terminata la guerra. Anni in cui si ruba di tutto pur di mettersi qualcosa in pancia. Anche a costo di rimetterci la pelle. Succede così anche all’autoparco alleato, nei pressi dell’Autodromo all’interno del Parco di Monza.

Qui sono di stanza i soldati inglesi e ladri per lo più giovanissimi tentano sovente di andare a rubare le gomme dei veicoli da rivendere poi al mercato nero. Solo che - nonostante tutto - siamo ancora in tempo di guerra e gli Alleati hanno tutt’altro che il cuore tenero con gli Italiani: e non si fanno dunque scrupoli a rispondere ferocemente alle intrusioni. A colpi di arma da fuoco. Si assiste così a una vera e propria ondata di morti e feriti. Uno stillicidio in cui solo quando va bene il ladruncolo di turno riesce a cavarsela finendo dietro le sbarre di una prigione.

Gli episodi raccontati dalle cronache sono diversi. E sicuramente meno di quanti realmente avvenuti.

Proviamo a ricordarne qualcuno. Come quello andato in scena alle 22.30 del 15 marzo 1946, quando sentinelle inglesi in perlustrazione scorgono alla porta di Biassono un numero imprecisato di soggetti intenti appunto a rubare le gomme degli automezzi. E aprono il fuoco. Sul terreno restano morti e feriti.

Fra i deceduti di quella tragica notte ci sono Mario Grena, di diciannove anni, che spira non appena raggiunge l’ospedale; Angelo Carcano, diciassette anni, e Marcello Cassamagnago, trentatré anni. Un altro diciassettenne rimane ferito, mentre il resto dei ladri riesce a dileguarsi.

E sono davvero parecchi gli episodi simili, tanto da suscitare sui giornali e non solo accorati appelli alla cittadinanza affinché si smetta fine a queste intrusioni all’autoparco destinate sin troppo spesso a finire nel sangue. Come quella registrata il 28 marzo

1946, quando viene colpito dalle sentinelle un altro ragazzo giovanissimo, il ventiduenne Gerardo Passoni.