I peluche, i libri di scuola e il dolore: pensieri e preghiere solo per Stacey

Tutta la città si stringe alla famiglia della 14enne travolta sulle strisce

DOLORE Un mazzo di fiori dove sabato scorso Stacey è stata investita

DOLORE Un mazzo di fiori dove sabato scorso Stacey è stata investita

Monza, 21 ottobre 2017 - Peluche e libri. Nello zainetto di Stacey Oledibe c’era tutta la sua vita. Il passato e il futuro di una bimba che cresce. Ma la crisalide non diventerà mai farfalla. La metamorfosi si è interrotta nel più crudele dei modi. La cartella della 14enne di Vimercate, falciata una settimana fa sulle strisce, in via Galbussera, da un’altra studentessa, fuggita senza soccorrerla, è stata riconsegnata alla famiglia. Per mamma, papà e fratelli uno strazio nello strazio. Sul tavolo, nell’appartamento in una palazzina bianca di via Baracca, c’erano già i suoi quaderni. Un modo per sentirla ancora vicina, forse, per illudersi che s’affaccerà dalla cameretta per prenderseli. Tutti sanno che non succederà più, glielo dice la testa, ma il cuore, no. In fondo all’anima c’è un posticino in cui c’è spazio per la speranza che sia stato tutto un incubo. Un film dell’orrore, dal quale ci si potrà risvegliare. Ma la realtà, a volte, non lascia scampo. Lunedì, per i genitori, sarà un’altra giornata durissima. Dovranno riconoscere la figlia, prima dell’autopsia disposta dalla Procura sul corpo della piccola. Dopo, si potrà fissare la data delle esequie.

La fine tragica di questo angelo ha scosso tutti nel profondo. I compagni di scuola e di istituto, innanzitutto, la città intera. Mercoledì, la pastorale scolastica ha organizzato la recita di un rosario per lei, all’oratorio Cristo Re. Il secondo in pochi giorni, l’altro, venerdì scorso, l’aveva chiesto mamma Sonia, quando ancora sperava che Stacey ce l’avrebbe fatta. Dopo un primo, drammatico bollettino medico, c’era stato un timido segnale di miglioramento, al quale la famiglia si era aggrappata con tutte le forze. Ma era un’illusione. Troppo gravi le conseguenze del trauma cranico, frutto dell’impatto con l’Opel Agila della 19enne di San Damiano di Brugherio, che l’ha travolta mentre attraversava. Tutte e due erano dirette all’Onnicomprensivo, in via Adda.

La città degli studenti, dove entrambe volevano costruirsi il futuro. Ma l’imponderabile ha rimescolato le carte, sottoponendo due famiglie alle prove più dure che la vita possa infliggere: la morte e la colpa. Esperienze estreme, che solo il tempo potrà, forse, risolvere. Per l’investitrice c’è l’accusa di omicidio stradale, il processo affronterà tutti i nodi di quel maledetto sabato mattina. Il perché dell’impatto, il perché della fuga. Intanto, sul diario on-line aperto dal liceo di Stacey per l’allieva che non c’è più, corre il dolore. Di chi la conosceva e di chi, invece, non l’aveva mai incontrata. Per la ragazzina con i ricci e il sorriso contagioso c’è un’immensa tenerezza.