La resa degli ex giostrai, sgomberate le ultime famiglie

Greenland, l'addio dopo 50 anni di permanenza

Lo sgombero delle case dei giostrai

Lo sgombero delle case dei giostrai

Limbiate (Monza e Brianza), 24 novembre 2017 - Ruspe di nuovo in azione ieri mattina a Greenland e stavolta si è trattato dell’ultimo e definitivo intervento per lo sgombero delle famiglie di ex giostrai che ancora vivevano nell’area occupata con roulottes e casette prefabbricate. Alla fine si sono arresi e hanno dovuto andarsene con le loro cose, caricate alla rinfusa su auto, furgoni e casette a rimorchio, tra momenti di tensione, qualche grido disperato, il malore di una donna soccorsa da un’ambulanza e la minaccia di un uomo di fare un pazzia con una bombola del gas. A tenere sotto controllo la situazione c’erano ieri, come già in altre occasioni, carabinieri e polizia locale. Alle 11 i tecnici dell’Enel hanno staccato anche la fornitura di energia elettrica e a quel punto rimanere lì, in quell’angolo di bosco a ridosso di quel che un tempo fu il glorioso parco divertimenti, oggi ormai completamente abbandonato, diventava impossibile.

Alla fine tutto si è svolto con calma, anche se non sono mancate le proteste e gli sfoghi amari di chi, dopo quasi 50 anni di permanenza, è stato costretto a trovare un’altra sistemazione. Per molti la cosa più difficile è rinunciare alla vita nei caravan, infatti molti chiedevano di avere un luogo alternativo dove piazzare le roulottes. "Siamo italiani, se fossimo stati extracomunitari ci avrebbero trattati diversamente", si sfogavano ieri mattina gli ultimi rimasti, una ventina in tutto, di un accampamento in cui una volta vivevano oltre cento persone.

Puntano il dito contro l’Amministrazione comunale da cui avrebbero voluto maggiore aiuto in particolare per la ricerca di un’abitazione o di un lavoro. Parla di "vergogna" Cristian Sardena, membro della storica famiglia di giostrai che con il commendatore Giuseppe Brollo diede vita alla Città Satellite alla fine degli anni Sessanta. "Dopo 47 anni qui meritavamo un trattamento differente, non c’è stata la volontà di dialogare, la nostra unica colpa è di essere italiani e di avere sempre pagato le tasse".

Diverso il punto di vista del sindaco Antonio Romeo: "Abbiamo agito con buonsenso e ringrazio tutti, dalla prefettura alle Forze dell’ordine, al nostro comandante della polizia locale, per l’ottimo lavoro svolto. La situazione era nota da anni, l’ordinanza di sgombero è del 2013, due mesi fa abbiamo concesso l’ennesima proroga, abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare, chi si è messo nelle condizioni di essere aiutato è stato aiutato". "Dei 109 inizialmente presenti - continua Romeo - ne sono rimasti una ventina, gli altri hanno avuto tempo e modo di trovare soluzioni. Abbiamo concesso aiuti economici ma il Comune non può trovare case e lavoro non può autorizzare un terreno agricolo ad ospitare roulottes. A donne e bambini sarà garantito il soggiorno in albergo per il tempo necessario, ma le famiglie devono fare la loro parte. Da qui parte, finalmente dopo anni, il recupero di Greenland".