STORIE DI BRIANZA / Il miracolo, la fattucchiera e il muto che tornò a parlare

Una vicenda incredibile raccontata a Brugherio e sui giornali agli inizi del Novecento

Campagna brianzola

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Brugherio (Monza  Brianza), 18 febbraio 2018 -  È difficile credere alla storia che viene raccontata agli inizi del Novecento su alcuni giornali brianzoli: bizzarra e misteriosa, vede intrecciarsi fattucchiere, riti magici e muti che... riacquistano la parola.

Il miracolo di Brugherio, come venne ribattezzato all’epoca, ha protagonista un giovane accattone, capitato in paese nel maggio del 1910: non ha un quattrino ed è sordomuto, o almeno così fa capire, anche se gli abitanti della zona sembrano nutrire qualche dubbio in proposito e sospettano che si tratti di un avventuriero che ha tentato di carpire la loro fiducia. Comunque sia, il ragazzo trova rifugio da un oste, venditore di legna e possidente agricolo, che lo fa lavorare nei suoi campi e gli fa spaccare la sua legna. L’oste non si fida però del tutto del suo nuovo bracciante e prova più volte a prenderlo in castagna. Lo fa bere fino a farlo ubriacare, confidando che avrebbe finito col tradirsi. Questo però non avviene, anzi il giovane lavora di buona lena e, quando lo fanno bere troppo... va a dormire serenamente senza mai tradirsi. Al contrario, altri due episodi fanno svanire ogni dubbio: un giorno il giovanotto misterioso rischia addirittura di essere investito da un tram, che ovviamente non aveva udito arrivare scampanellando alle sue spalle. Un’altra volta, mentre spostava una catasta di legna, le sue mani finiscono sotto un tronco che le schiaccia cagionandogli una ferita molto dolorosa: ma non gli cava neanche un grido.

La gente di Brugherio alla fine si pente di aver dubitato e si lascia impietosire dalla sorte del giovane sfortunato. Come in tutte le favole, però, la sorpresa è dietro l’angolo. Alcuni paesani di Brugherio vengono infatti a sapere che a Milano vive una vecchia, una fattucchiera, capace di guarire con le proprie arti qualsiasi male. E così due colleghi di lavoro del giovane sordomuto decidono di portarlo proprio da lei, per scoprire se può aiutarlo. La “donna dei miracoli”, come viene chiamata dalla credenza popolare, riceve il giovane nel suo studio, una stanza piena di ceri votivi e immagini sacre, gli pone le mani sul capo, mormora preghiere e biascica strane formule. E gli prescrive una medicina. Tutte le sere deve prendere una tazza in cui sono stati miscelati caffé, rhum, cognac, marsala e acqua santa. Subito dopo, deve andare a letto e recitare – con la mente ovviamente – tutte le preghiere che conosce.

Il tutto, deve essere ripetuto per nove giorni consecutivi. Fatto questo – assicura la vecchia fattucchiera – il giovane riacquisterà la favella. Appena raggiunto il risultato miracoloso, dovrà però tagliarsi le unghie di mani e piedi e gettarle nel fuoco assieme a una ciocca di capelli. Quindi deve fuggire, senza mai voltarsi indietro. Insomma, parrebbe davvero una fola buona solo per allocchi e creduloni. Il fatto pazzesco però è che – almeno questo racconta la gente di Brugherio dell’epoca – tutto alla fine sembra magicamente avverarsi. Il giovane, al nono giorno del rito, sarebbe stato infatti colto da un certo malessere e mal di pancia, quindi all’improvviso avrebbe cominciato a sentire e a parlare. Insomma, il miracolo è compiuto. Quindi è corso ad abbracciate il suo padrone, unico testimone del miracolo, e sono corsi entrambi a svegliare – nonostante fosse già la mezzanotte – vicini ed amici, con cui per la gioia hanno fatto baldoria per due giorni di fila. Riacquistata la parola – questa è la conclusione della vicenda - può dunque finalmente rispondere alle domande e alle curiosità che da mesi avvolgevano di ombre la sua vita. E racconta che è originario di Goito, in provincia di Mantova, è figlio di una famiglia di operai, si chiama Giacomo Gennari e ha 39 anni. Racconta poi che, venuto a Milano a lavorare come muratore, avrebbe una sera bevuto un bicchiere di uno strano vino offertogli da uno sconosciuto e si sarebbe sentito male. Prima avrebbe cominciato a balbettare, poi si sarebbe ritrovato muto e sordo. Dopo il presunto miracolo, il giovane “miracolato” si è recato a Milano per ringraziare la fattucchiera e sdebitarsi, ma quest’ultima avrebbe rifiutato qualsiasi compenso, limitandosi a fargli toccare alcune immagini sacre e a pregare. Sostengono però maliziosamente le cronache che l’unica persona a cui si sarebbe dovuto presentare per chiarire il mistero di quanto successo – vale a dire il medico condotto del paese – non ricevette mai una visita da parte del giovanotto miracolato.