Ornago, duplice omicidio. Paolo Villa: "Amalia e Marinella? Non ne so niente"

L'uomo interrogato in carcere racconta il suo impegno civile, poi si chiude nel silenzio

Paolo Villa in una foto del 2009

Paolo Villa in una foto del 2009

Ornago (Monza Brianza), 14 Febbraio 2018 - «Io non so niente sulla morte di mia sorella e mia nipote». Un black out totale (inconscio o lucidamente pianificato?) emerge dalla mente di Paolo Villa, il 75enne di Ornago indagato di duplice omicidio volontario per la morte della sorella 85enne Amalia Villa e della nipote 52enne Marinella Ronco, trovate senza vita sabato pomeriggio nella camera da letto della casa al secondo piano di via Santuario 29 ad Ornago, dove vivevano tutti e tre. Quella del pensionato, che ieri mattina è stato sottoposto ad interrogatorio in carcere dal gip del Tribunale di Monza Cristina Di Censo per l’udienza di convalida del fermo avvalendosi però della facoltà di non rispondere, sembra una doppia personalità. Ancora con addosso gli stessi vestiti, già indossati per troppi giorni, di quando ha avuto un malore al bar di fronte a casa, accanto al difensore nominato d’ufficio, l’avvocato Maura Traverso (il legale che l’indagato aveva indicato come un conoscente da nominare di fiducia si è scoperto che è deceduto lo scorso novembre), l’anziano ha ripercorso con precisione e orgoglio il suo passato di sindacalista, assessore, volontario, fino al premio di  "Ornaghese dell’anno”.

«Sto benissimo di salute e non è vero che bevo troppo, solo qualche aperitivo al bar», ha aggiunto. Poi, invece, alle domande sul duplice omicidio, Paolino si è spento nel buio totale. «Non so niente», si è limitato a dire, rifiutandosi di andare oltre. Alla fine dell’udienza il pm Emma Gambardella ha chiesto al giudice di convalidare il fermo eseguito dai carabinieri della Compagnia di Vimercate e di confermare la custodia cautelare in carcere. La difesa aveva,  invece, chiesto che il pensionato potesse lasciare il carcere per andare agli arresti domiciliari in una casa di proprietà a Foppolo<WC>,<WC1> nella Bergamasca.

Ma il gip ha deciso che il 75enne debba restare dietro le sbarre. Intanto proseguono le indagini della Procura e dei carabinieri per scoprire il movente e l’arma usata per commettere gli omicidi. Domani verranno eseguite le autopsie disposte dal magistrato sulle salme delle due donne, in forma collegiale, da parte di un’équipe di esperti dell’Istituto di Medicina Legale di Milano, per capire come sono state uccise, compito reso difficoltoso dallo stato di decomposizione avanzata in cui versano i corpi. E nello stesso giorno  arriveranno ad Ornago i militari del Ris di Parma per sottoporre a rilievi scientifici l’appartamento dove si è consumato il duplice omicidio ed analizzare le tracce di sangue trovate su un coltello da cucina, rinvenuto pulito in un cassetto tra altri coltelli, per capire se possa essere l’arma del delitto.